venerdì 27 febbraio 2009

FANGO di LORENZO JOVANOTTI



Io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo

sotto un cielo di stelle e di satelliti
tra i colpevoli le vittime e i superstiti
un cane abbaia alla luna
un uomo guarda la sua mano
sembra quella di suo padre
quando da bambino
lo prendeva come niente e lo sollevava su
era bello il panorama visto dall'alto
si gettava sulle cose prima del pensiero
la sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero
ora la città è un film straniero senza sottotitoli
le scale da salire sono scivoli, scivoli, scivoli
il ghiaccio sulle cose
la tele dice che le strade son pericolose
ma l'unico pericolo che sento veramente
è quello di non riuscire più a sentire niente
il profumo dei fiori l'odore della città
il suono dei motorini il sapore della pizza
le lacrime di una mamma le idee di uno studente
gli incroci possibili in una piazza
di stare con le antenne alzate verso il cielo
io lo so che non sono solo

io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango

la città un film straniero senza sottotitoli
una pentola che cuoce pezzi di dialoghi
come stai quanto costa che ore sono
che succede che si dice chi ci crede
e allora ci si vede
ci si sente soli dalla parte del bersaglio
e diventi un appestato quando fai uno sbaglio
un cartello di sei metri dice tutto è intorno a te
ma ti guardi intorno e invece non c'è niente
un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che
hanno ancora il coraggio di innamorarsi
e una musica che pompa sangue nelle vene
e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi
smettere di lamentarsi
che l'unico pericolo che senti veramente
è quello di non riuscire più a sentire niente
di non riuscire più a sentire niente
il battito di un cuore dentro al petto
la passione che fa crescere un progetto
l'appetito la sete l'evoluzione in atto
l'energia che si scatena in un contatto

io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che nn sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango

e mi fondo con il cielo e con il fango

e mi fondo con il cielo e con il fango

giovedì 26 febbraio 2009

APPENA LETTO... LA BELLA ESTATE di CESARE PAVESE



Scritto nel 1940, questo racconto, ora riproposto da solo, venne pubblicato solo nel 1949, nel volume dal titolo omonimo che comprendeva "Il diavolo sulle colline" e "Tra donne sole". È la storia di Ginia e, più in generale, della scoperta della vita da parte di un'adolescente. Dall'ambiente operaio al quale appartiene, Ginia entra in contatto con alcuni esponenti di una bohème pseudo-artistica e intellettuale: studenti, eccentrici perdigiorno e pittori dilettanti, che si incontrano nei caffè e abitano nelle soffitte. La ragazza si innamora di Guido, un pittore di origine contadina e, dopo aver vinto le resistenze interiori e i rimorsi residui, si lascia alla fine sedurre. È l'inizio della sua dolorosa maturazione come donna.

martedì 24 febbraio 2009

ALESSANDRO BARICCO

Cos'era? Non lo so. Quando non sai cos'è, allora è Jazz

PRANZO DI FINE ESTATE


Polpa rossa d’anguria
tra scorze striate spezzate
e semi neri che s’ampliano
nei tuoi grandi occhi latini.
Olive secche nere in noccioli
e piccoli mucchi di sale fino.
Il pane
in briciole, midolla e silenzio.
Trequarti di vuoto in bottiglia
riverso nei bicchieri alti.
Profumo di lavanda
nello spago spezzato
ai tovaglioli voluttuosi.
Dal taglio del blu
pioggia lunga a vento
nello sgocciolare
delle grondaie
e nelle spume vicine.

sabato 21 febbraio 2009

L'INDIANO di ADRIANO CELENTANO



Ehi…fatemi parlare,
ehi…fatemi inventare,
ehi…ehi…ehi…fatemi sognare.

Cavallo bianco che non suda mai,
è questo il nome
che ho dato ad una grande
meraviglia in cui mi perdo io.
Lo so che parlo come fa un indiano
affascinato dal mistero fragile e solenne,
ma è così che parlo io.

Non fatelo annoiare,
non fatelo impaurire,
ehi…ehi…non fatelo svanire.

C’è un tempo per guardare in alto
e un tempo per guardare in basso,
ascoltare e non parlare
e ammirare. Ecco, io
mi sento intorno un paradiso
che mi guarda tra le foglia
di un giardino di bisbigli
antichi e sto a sentire io.

Ehi…sento galoppare,
e il suono rimbombare,
ehi…ehi…ehi…fatemi sognare.

IL CIELO SOPRA BERLINO

venerdì 20 febbraio 2009

APPENA LETTO.... L'OMBRA DEL VENTO di CARLOS RUIZ ZAFON



Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.

lunedì 16 febbraio 2009

HERMANN HESSE

La vita delle persone che lavorano è noiosa. Interessanti sono le vicende e le sorti dei perdigiorno.

sabato 14 febbraio 2009

LA FAVOLA DEGLI AIRONI di ANGELO BRANDUARDI

PASSO NERO


Passo nero
che ricalchi
luminosità

Passo nero
perché passi
di qua?

Passo nero
e mi scappa da ridere.
Futilità…lucidità.



Chi lo sa
se c'è un vento
diretto

Chi lo sa
se c'è casualità

ma l'anima forte
ancora s'ammaina
e chi lo sa
se c'è luce da là.

venerdì 13 febbraio 2009

APPENA LETTO... IL BUIO E IL MIELE di GIOVANNI ARPINO



Il capitano Fausto, protagonista del libro, l'ufficiale che per un incidente di pace e non di guerra ha perso la vista e una mano, è un Achab senza Balena Bianca, prigioniero di un mondo nero, un Ulisse senza Iliade, al quale resta la possibilità di una piccola Odissea (una settimana, cinque più due come si dice nel gergo delle caserme), tra Genova e Roma, con tappa conclusiva Napoli dove lo attende (proprio a Napoli, la città del sole) un appuntamento con la morte. Lo strano destino di questo romanzo è di essere più famoso con il suo nome di battaglia cinematografico, "Profumo di donna", che con il suo titolo originale. "Il buio e il miele" ha ispirato memorabili interpretazioni a due grandissimi attori come Vittorio Gassman (1974) e AI Pacino (1992).

lunedì 9 febbraio 2009

TIZIANO TERZANI

Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare noi. Innanzitutto non facendo più finta che tutto è come prima, che possiamo continuare a vivere vigliaccamente una vita normale. Con quel che sta succedendo nel mondo la nostra vita non può, non deve, essere normale. Di questa normalità dovremmo avere vergogna.

sabato 7 febbraio 2009

PHILADELPHIA di NEIL YOUNG

PIOGGIA D'APRILE di CARMEN CONSOLI

VIA


Dal forteto
ho imparato a mangiare ed a bere
e da basso
guardare la stretta corona dei carpini
flettersi in un accenno.

Dall’ovile
temevo per il belato ed il passato
e da terra
osservavo i metri lontani dal bosco
avvicinarsi a suoni.

Un silenzio regalato
che pare come uni verso

morendo

da basso
come i bambini nei cortili interni
hanno occhi solo per il quadro d’azzurro.

giovedì 5 febbraio 2009

APPENA LETTO... L'UOMO SCARLATTO di PAOLO MAURENSIG



Da molti anni un uomo è costretto a sottoporsi, nella clinica svizzera di Neuhaus, a ripetuti trapianti di pelle al volto. È lui l'Uomo Scarlatto, che nell'incendio che lo ha sfigurato ha perso anche la memoria. La clinica sembra un albergo di lusso, con bagni termali, campi da golf, magnifici panorami e buona cucina. Ma l'atmosfera è inquietante, come i personaggi che vi si aggirano. Cosa succede davvero a Neuhaus? Quali segreti, mostruosi obiettivi vi si perseguono?

lunedì 2 febbraio 2009