domenica 29 marzo 2009

IL MORSO DI CAMILLO


Sono alla fine dei giorni, oramai.

Oltre l’inseguimento.

E avverto l’affanno e lo spreco.

E’ il tradimento dell’appagamento
questo cielo d’ottobre:
diluito nella dissolvenza serale,
confessa le mie futilità.

Guardando Teresa trovo
riflessi i miei propositi:
nei suoi occhi stretti e neri
quasi una profondità spettrale.
E cadendo e morendo,
ribrezzo davanti ai bicchierini sudici,

E per terra, tra gli spasmi,
terrore nel sentire bruciare ancora
la ferita del morso di Camillo.

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