Alle lenzuola zafferano
campi dello stesso fiore
e l’immenso limpido
dove immote e lente
le mongolfiere
salgono diagonali.
Una sedia sola vuota
sul cotto d’Impruneta
nella terrazza larga
e il primo sentore vaga
dai cespugli di ginestra
fino allo stupore della
tazza che ho fra le mani.
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