sabato 2 febbraio 2013

Amos Oz - Tra amici

Descrizione: Con poche pennellate precise, Amos Oz ricrea il microcosmo di un kibbutz israeliano negli anni cinquanta. Dal giardiniere timido e solitario che ha la passione di dare brutte notizie alla donna lasciata dal marito per un'altra che le vive praticamente accanto; dal mite elettricista che, con sbigottita discrezione, non riesce a capacitarsi dell'amore della figlia diciottenne per il suo insegnante di storia al falegname pettegolo che, in preda all'ira, si accanisce su un bambino per dare una lezione a chi ha maltrattato suo figlio; dalle tentazioni sensuali del segretario del kibbutz durante la sua ronda notturna allo struggente racconto agrodolce degli ultimi giorni di un calzolaio anarchico, appassionato di esperanto e del futuro dell'umanità. Infine, due scelte opposte di fronte al dilemma tra andare e stare: quella di Moshe, che confrontandosi con il padre malato in ospedale finisce per riconoscersi in tutto e per tutto membro del kibbutz, e quella di Yotam, che invece dentro il kibbutz soffre e vorrebbe andare a studiare in Italia, dallo zio che lì ha fatto fortuna. Un affresco popolato di personaggi che ritornano di storia in storia e che devono la loro forza a un'intensa, luminosa umanità.

Passi:

"Alzando lo sguardo, Yoav ha trovato una coltre di nuvole basse sopra la testa e si è' detto che quello che per lui è importante in fondo non conta nulla, ma a quel che conta davvero non ha il tempo di pensare. La vita trascorre senza darti quasi mai il tempo di pensare alle cose semplici e più grandi come la solitudine, la nostalgia, il desiderio e la morte. Il silenzio ora era profondo, ampio, spezzato a tratti dal lamento degli sciacalli. Yoav si e' sentito pieno di riconoscenza per quel silenzio, e anche per quel lamento. Non credeva in Dio, ma nei momenti di solitudine e silenzio come ora, in quella notte, gli sembrava che qualcuno fosse li, ad aspettarlo giorno e notte, ad aspettare in silenzio e con pazienza, in perfetta immobilità, e che avrebbe continuato ad aspettarlo per sempre"

"Totalmente era un ragazzo timido e taciturno anche se di tanto in tanto se ne veniva fuori con una regola strana. Da noi era soprannominato filosofo per via che una volta aveva rotto il suo abituale silenzio e sostenuto che l'uomo è per natura un animale distorto. Un'altra volta,a tavola,durante la cena nel refettorio del kibbutz, aveva detto che fra gli uomini, le bestie, lepiante e gli oggetti inanimati c'erano più somiglianze che differenze."

"Tutti sono compagni ma ben pochi sono amici veri. Io, ad esempio, qui ho soltanto due o tre amici personali. Quelli con cui mi va persino di tacere insieme."

 

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