domenica 3 febbraio 2013

Mauro Corona - Venti racconti allegri e uno triste

Descrizione: Stanco di storie tristi, reali o immaginarie, Mauro Corona ha deciso che è arrivato il momento dell'allegria: basta disgrazie o morti ammazzati, esiste un tempo per la gioia. E quale modo migliore per rallegrarsi se non recuperando storie antiche perdute tra i boschi? "Barzellette letterarie" come quella di Rostapita, Clausura e Santamaria, riuniti per ammazzare il maiale ma troppo ubriachi per riuscirci davvero, o racconti che l'autore ha raccolto a Erto e dintorni, nei paesi e nelle osterie, come quello di don Chino, prete anziano, incapace di arrampicarsi fino alla casa più arroccata del borgo e di Polte che, per ripagarlo della mancata benedizione, quasi lo uccide lanciandogli addosso una forma di formaggio. Così, scolpiti dalle sapienti mani di Corona, momenti di vita di montagna, episodi tragicomici ed esilaranti diventano novelle, piccole grandi leggende da tramandare alle generazioni future. Chi legge percepisce subito quanto l'autore si sia divertito nello scrivere - "come mi sono sempre divertito a fare libri, a raccontarmi storie per rimanere a galla" dice -, eppure lui stesso ammette di essersi accorto, procedendo nella stesura, di non essere stato fedele fino in fondo all'intento iniziale: a ben guardare, infatti, le storie raccolte in questo volume non sono tanto allegre. Traggono tutte origine da fallimenti, solitudini, tristezze, "ricordano gente semplice, vissuta senza luci di ribalta, passata al buio del mondo in silenzio".

Passi:

"Nessuno e' tanto annoiato quanto un ricco, perche' il denaro compta il tempo, e il tempo e' ripretitivo. lo diceva Josif Brodskij."

"Vi sono persone speciali che hanno accompagnato la nostra infanzia e dopo sono morte. e ora che siamo vecchi anche noi tornano a sfiorarci come colpi di vento. Sollevano foglie, scoprono radici di dolcezze dimenticate. Figure , sepolte nella polvere del tempo. Anime che non si possono toccare se non con la mano del ricordo. lontane sì… Al loro posto verranno altri, forse quegli altri siamo noi stessi. È la rotazione inarrestabile della vita, sempre pronta a togliere e sostituire."

"Era nato, la mamma ancora lo leccava,mentre stava accoccolato nell'erba. Ma il cucciolo ne aveva abbastanza di stare sdraiato. Con un colpo di reni si rizzò sulle gambe. Le punto' divaricate e tremolanti sul terreno e aspetto' che arrivasse l'equilibrio. Tentò un passo e fini' a terra. Si tirò su di nuovo, stavolta con maggior certezza. Tentò altri passi e piombo' giù. Al terzo tentativo, padrone di una forza precaria, parti'. Parti' con l'entusiasmo dei bambini che scoprono la natura, il cielo e la terra. S'avvio', come molti giovani che s'affacciano alla vita, dalla parte sbagliata. Fece pochi passi, i suoi primi passi, verso il dirupo e spari' di sotto. Il povero ciuchino aveva vissuto poco più di un'ora. Quando vide che andava storto, Icio tentò di abbrancar lo, ma ormai era tardi. La mamma lancio' un raglio disperato. Fisso' il bordo del salto, ragliò ancora una volta, prese la rincorsa e si lanciò nel vuoto. Morta anche lei, assieme al figlio. Aveva preferito così."

 

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