giovedì 29 maggio 2008
martedì 27 maggio 2008
POESIE ECO-NERE
Vedo il cielo maculato di nero,
il progressivo calare del cupo tendaggio.
La ripugnanza dell’orrore allontana presentimenti oscuri.
La gente continua a fare shopping,
un ironico sorriso si erge
nel cielo gridellino.
Rimbomba il suono addolorato di tre note basse,
da un pianoforte nero, a tasti neri e neri.
Commercialisti, imprenditori, politici e muratori.
La pioggia di sale festeggia L’inizio del processo
il progressivo calare del cupo tendaggio.
La ripugnanza dell’orrore allontana presentimenti oscuri.
La gente continua a fare shopping,
un ironico sorriso si erge
nel cielo gridellino.
Rimbomba il suono addolorato di tre note basse,
da un pianoforte nero, a tasti neri e neri.
Commercialisti, imprenditori, politici e muratori.
La pioggia di sale festeggia L’inizio del processo
giovedì 22 maggio 2008
martedì 20 maggio 2008
POESIE ECO NERE (2)
Il crepuscolo si è ormai mescolato al petrolio
ed appare come travertino nero.
L’indaco delle violacciocche fuma nel basso orizzonte
ed in alto pare quasi verde.
L’oscurità dei monti decora un sole grigio,
l’occhio custodisce immagini d’interferenze
sale e pepe.
Attorno al silenzio solo un greve, lungo eco rauco.
La pioggia fitta è pesante
ed il grasso oleastro liquirizia forma
pozzanghere nero arcobaleno.
Il cielo sputa i miei torti e quelli di chi mi ha preceduto.
L’atmosfera non è poi così male,
mi dico. Già, l’in(vfe)rno deve ancora arrivare
ed appare come travertino nero.
L’indaco delle violacciocche fuma nel basso orizzonte
ed in alto pare quasi verde.
L’oscurità dei monti decora un sole grigio,
l’occhio custodisce immagini d’interferenze
sale e pepe.
Attorno al silenzio solo un greve, lungo eco rauco.
La pioggia fitta è pesante
ed il grasso oleastro liquirizia forma
pozzanghere nero arcobaleno.
Il cielo sputa i miei torti e quelli di chi mi ha preceduto.
L’atmosfera non è poi così male,
mi dico. Già, l’in(vfe)rno deve ancora arrivare
giovedì 15 maggio 2008
martedì 13 maggio 2008
POESIE ECO-NERE (3)
I girovaghi si sono fermati,
accampati in un deserto bianco,
tramortiti dal vento giallo.
Il saio nero li distingue come presenze anonime.
Attorno, la pianura sterminata ed informe.
I vecchi rammentano colli e monti e il tempo della catastrofe.
Nei lori occhi d’acqua
ridondante passa l’immagine della fine.
La bava secca s’impregna ai lati della bocca
nel delirio dei racconti.
I volti distorti e decongestionati
esplodono terrore incomprensibile.
Dal cielo rubino si sparge lenta
la prima notte senza stelle
mentre il gelo cala doloroso
nel sonno dei sopravvissuti.
accampati in un deserto bianco,
tramortiti dal vento giallo.
Il saio nero li distingue come presenze anonime.
Attorno, la pianura sterminata ed informe.
I vecchi rammentano colli e monti e il tempo della catastrofe.
Nei lori occhi d’acqua
ridondante passa l’immagine della fine.
La bava secca s’impregna ai lati della bocca
nel delirio dei racconti.
I volti distorti e decongestionati
esplodono terrore incomprensibile.
Dal cielo rubino si sparge lenta
la prima notte senza stelle
mentre il gelo cala doloroso
nel sonno dei sopravvissuti.
giovedì 8 maggio 2008
martedì 6 maggio 2008
POESIE ECO-NERE (4)
Il silenzio deglutisce
e rutta.
L’impasto di macerie e carne
traspira fumo chermisino.
Nuvolaglie cenerine riportano
il caro suono della pioggia,
espiazione del caos.
e rutta.
L’impasto di macerie e carne
traspira fumo chermisino.
Nuvolaglie cenerine riportano
il caro suono della pioggia,
espiazione del caos.
giovedì 1 maggio 2008
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