Il crepuscolo si è ormai mescolato al petrolio
ed appare come travertino nero.
L’indaco delle violacciocche fuma nel basso orizzonte
ed in alto pare quasi verde.
L’oscurità dei monti decora un sole grigio,
l’occhio custodisce immagini d’interferenze
sale e pepe.
Attorno al silenzio solo un greve, lungo eco rauco.
La pioggia fitta è pesante
ed il grasso oleastro liquirizia forma
pozzanghere nero arcobaleno.
Il cielo sputa i miei torti e quelli di chi mi ha preceduto.
L’atmosfera non è poi così male,
mi dico. Già, l’in(vfe)rno deve ancora arrivare
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