I girovaghi si sono fermati,
accampati in un deserto bianco,
tramortiti dal vento giallo.
Il saio nero li distingue come presenze anonime.
Attorno, la pianura sterminata ed informe.
I vecchi rammentano colli e monti e il tempo della catastrofe.
Nei lori occhi d’acqua
ridondante passa l’immagine della fine.
La bava secca s’impregna ai lati della bocca
nel delirio dei racconti.
I volti distorti e decongestionati
esplodono terrore incomprensibile.
Dal cielo rubino si sparge lenta
la prima notte senza stelle
mentre il gelo cala doloroso
nel sonno dei sopravvissuti.
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