domenica 29 agosto 2010

UNA NOTTE


Sono appena le tre del mattino e già fumo la mia prima sigaretta della giornata. Certo, sono in veranda e la notte è buia come occhi chiusi. C'è un silenzio dall'andatura ellittica delle onde,
ma...,
ma...,
MA il fumo esala e rende compagnia.

E questo basta a spezzare un equilibrio.

Adesso, seduto su una panchina orribile come i miei boxer credo di iniziare a capire.
Cosìcchè la schiaccio questa dannata nicotina.

Sì... m'ha chiamato questa notte cieca, m'ha voluto fuori e ora ha da parlarmi.
Mi devo semplicemente mettere comodo. Fermo. I polmoni trovano ritmo, il cuore palpito e tempo, il cielo nero padrone.

Davanti a una pagina bianca s'ha sempre difficoltà a principiare la scrittura; di fronte a una notte come questa arduo è capire cosa ti si chieda. Ma in fondo la differenza è poca, bisogna solo aspettare d'immaginare.

E così anche se non c'è luna, altro può giungere dal mistero. Come un filo del tuo viso illuminato e non ancora maturo. Sì! crescente. E allora fai presto a renderti conto che anche questo buio vuole compagnia; anch'esso desidera farti chiudere gli occhi e piegare la testa.

Rimbalza il terzo movimento della Tempesta, sembra quasi arrivare dal mare, lunga come una carezza fatta al vento e al vetro.
E io.. quasi suono, quasi sorrido.
Lieve il sogno di questo mondo fuori e dentro di me.

E solo la gioia può alterare quest'equilibrio sobrio. Quella gioia nel vederti ridere. Con gli occhi, come sempre.

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