sabato 19 novembre 2011

WOODY ALLEN


Woody Allen ha concluso di girare “Bop Decameron” a Roma. Il suo ultimo film Midnight in Paris c’è Clive Owen che tratta temi che gli sono cari : illusioni, nostalgia , la ricerca malinconica della felicità nelle fantasticherie , unico rifugio possibile.

Appunti privati?
Sono temi che mi hanno sempre affascinato. Da ragazzino ero un discreto illusionista : conoscevo molti trucchi ed ero attratto da qualunque cosa avesse a che fare con la magia. Forse perché speravo che ci fosse magia nel mondo: l’ho sempre cercata , ma non l’ho mai trovata. Sarebbe bello se qualcosa di magico potesse salvarci. Ma questo qualcosa non esiste”
Quando ha capito che non c’è?
“Man mano che cresci e sperimenti la vita: la realtà è piuttosto fosca”
Che illusioni aveva , da ragazzo?
“Pensavo che essere una movie star mi avrebbe reso felice. Che mi sarebbe piaciuto andare a Hollywood e vivere tra attori e attrici bellissime. Ma con il tempo ( e neanche tanto) mi sono reso conto che a Hollywood non ci volevo andare. Che quella vita non sarebbe stata la risposta a niente. La mia era solo una sciocca illusione infantile”
Che cosa le sarebbe piaciuto allora?
“Volevo imitare gli europei: Federico Fellini , Vittorio De Sica, Ingmar Bergman, Francoise Truffaut. Pensavo al cinema come arte , avevo obiettivi molto pretenziosi”
E li ha realizzati. Questo non l’ha resa felice?
“Quello che mi rende felice è che dopo tutti questi anni sono una specie di regista straniero negli Usa : i miei ultimi film sono tutti registrati all’estero”
In Midnight in Paris si dice che l’arte è un antidoto al vuoto dell’esistenza : è così, per lei?
“E’ una distrazione . La vita è piena di dolore e preoccupazioni : ecco, se entri in un cinema , e per un paio d’ore vedi sullo schermo persone belle, felici e ben vestite che ballano e si divertono e bevono champagne ( mi vengono in mente i film di Fred Astaire) riesci almeno a prenderti una vacanza dal mondo reale. Ti riposi un po’”
“Se fossi stato meno codardo il mio lavoro sarebbe stato migliore”. Che cosa intendeva?
“Se da giovane fossi stato più rigoroso e avessi girato quello che volevo , cioè storie serie e profonde , senza preoccuparmi del successo commerciale , forse avrei diretto film più belli. Avrei dovuto avere coraggio. Invece ho cominciato, e continuato , con quelle stupide commedie che piacevano a tutti… Mi sentivo salvo, sicuro”
Non è orgoglioso delle sue commedie?
“Ho diretto 42 film: di sei , massimo otto, sono orgoglioso. Non che mi vergogni degli altri , ma…”
Di quali è soddisfatto?
“La rosa purpurea del Cairo era un buon film. Poi Mariti e Mogli , Match Point , Vicky Cristina Barcellona , Pallottole su Broadway , Zelig era interessante. Gli altri… Sì, a posto , ma niente di brillante. Niente da ricordare”
Rimpianti riguardo alla sua vita privata?
“Rimpiango di aver scelto troppo spesso di essere solo. E di non essere stato più estroverso. Forse sarei stato più felice se avessi avuto una vita sociale più attiva. O mi sarebbe servito avere amici nello spettacolo ( ho pochissimi amici in generale – per colpa mia non ho mai coltivato amicizia) : a Hollywood si va a cena insieme, in vacanza insieme , a vedere i film dell’uno e dell’altro , i figli dei colleghi crescono insieme. Io non ho mai fatto di tutto questo. Non che sia scostante , ma non ho neppure teso la mano agli altri: mai invitato pranzo un’attrice con cui sto lavorando, per esempio, o proposto ad un attore simpatico di andare a teatro. Non perché le persone non mi piacciano : semplicemente non l’ho fatto. Di 42 film non mi resta un solo amico”
Però chi ha lavorato con lei la riempie di elogi
“Lo so , mi adorano: per la stessa ragione per la quale i bambini adorano un genitore che non dice mai di no. Quando i miei figli escono con me e chiedono comprami questo e quello o urlano per andare da qualche parte , io dico sì tutto il tempo : e loro mi vogliono bene. Lo stesso succede con le attrici : posso indossare questo? Sì. Posso camminare qua o là? . Certo. Così alla fine è stato bellissimo lavorare con lui”
Non si arrabbia mai?
“Mai . Solo con gli oggetti , quando non funzionano. Ho licenziato degli attori, questo sì, ma gentilmente”
E le donne? Rimpianti anche con loro?
“Rimpiango di aver perso tempo con donne condannate. Quelle che chiamo kamikaze: si suicidano con l’aeroplano ma tu sei seduto lì con loro , colpito dalle fiamme come spettatore innocente. Sono autodistruttive perché hanno problemi, ma i loro problemi uccidono te. Sì ho perso un sacco di tempo con ragazze interessanti e complicate. Rimpiango anche di non essermi sentito più sicuro: mi svalutavo, non osavo sognare che avrei potuto essere accettato. Non c’era niente di sbagliato in me , ma allora non lo sapevo. Quindi sì, ho molti rimpianti. Non che stia lì a pensarci tutto il tempo, ma visto che lei me lo chiede”
Ha continuato a svalutarsi anche dopo il successo?
“Sempre. A certi uomini il successo apre molte porte ma non a me: perché io non le ho aperte”
Rimpiange di non aver osato con qualche attrice in particolare?
“Quando ero giovane avevo una cotta per Brigitte Bardot. Avrei potuto conoscerla, ma non ho creduto nemmeno per un minuto che qualcosa tra noi fosse possibile. Pensavo : guarderebbe attraverso di me senza neanche vedermi. Non ho voluto perdere tempo”

Adesso è più sicuro di sé?
Adesso sono sposato e sto bene. Ma non cambio personalità da quando avevo 14 anni e ho ancora oggi gli stessi problemi di allora: paure , fobie, ansie; commetto gli stessi errori.
Eppure anche lei è una specie di mito che la gente vorrebbe incontrare , come Clive Owen in Midnight in Paris, vuole incontrare Luis Bunuel o Francis Scott Fitzgerald
“ Sono sempre dispiaciuto per chi pensa di poter ricevere da me qualcosa di speciale: se mi conoscessero bene , si renderebbero conto che non la risposta a niente. Non posso aiutarli : ho troppi problemi..”

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