domenica 9 ottobre 2011

GIMMINO


Mio babbo aveva un Cinquecento color crema che usava per andare a fare le visite a domicilio. Quando avevo appena sette anni erano già più di trent'anni che svolgeva l'attività di medico. In quel lasso di tempo era passato dallo spostarsi a piedi, al muoversi a cavallo, poi la motocicletta e, infine, con il benessere sopraggiunto l'agognatissima automobile. Ma questo è solo un inutile preambolo per dire quello che succedeva non appena il dottore saliva in Cinquecento. Capitava che appena seduto, Gimmino, dal sedile di dietro gli desse una bella leccata sull'orecchio. E la cosa si ripeteva ogni qualvolta il pover'uomo risalisse in auto. Una leccata per ogni visita prevista.
Gimmino era un bretoncino di taglia media ed era stato ribattezzato da tutti i pazienti di mio babbo "il Professore", in quanto presidiava, accovacciato sulle gambe di dietro e in assoluto silenzio, anche alle visite ambulatoriali. E chiunque entrasse in ambulatorio aveva ormai imparato la litania da ripetere: "Buongiorno Signor Dottore; buongiorno Professore". Roba da ridere, cose d'altri tempi.

Però... c'è un però.

Gimmino è anche stato il mio primo cane, quello di cui ho la prima memoria. E anch'io mi sono fatto leccare l'orecchio, e ho sentito la totalità quando teneva il mento fermo e appoggiato sulla mia coscia; ancora oggi ricordo il calduccio che ne scaturiva. L'ho portato a fare il bagno a Sotterra, in un piccolo torrente alle pendici di una grande pietraia. L'ho visto aspettare il nostro ritorno dopo una settimana alle Canarie, dietro al cancello, come una statua. L'ho visto saltare "per fare le feste", l'ho fatto rotolare per accarezzargli la pancia: Gimmino è stato la mia prima grande esperienza di amore al di fuori di quello parentale e di conseguenza, quando a quattordici anni morì, malato di vecchiaia e per la pietà di mio babbo, fu anche il mio primo grandissimo dolore. Sono passati più di trent'anni eppure mi ricordo la notte in cui Gimmino morì: tirava tramontana e faceva un gran freddo. Babbo, già quando s'era fatto scuro, era entrato nel box dove il cane dormiva e gli fece un'iniezione. Ero nella limonaia a spiare quei movimenti sospetti che già avevo intuito. Sentii un guaito, un suono che s'è incrostato per sempre nel mio udito, assieme al profumo stordente delle foglie di limone. Fu una notte con il groppo in gola e furono giorni di lacrime di bambino. Ma Gimmino è stato davvero amore e dolore puro. E in fondo di cosa dovrebbe essere fatta la vita di un uomo per essere felice? Una lezione che pare nessuno abbia mai imparato. Naturalmente non l'ho fatto neppure io.

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