giovedì 27 ottobre 2011

IL POLLO NON E' UNA GALLINA (1 PUNTATa)


Buongiorno.
Dopo anni di ricerca evolutiva e studi complessi sull'anatomia animale posso dire di essere giunto ad una conclusione certa, la finale definizione di un documento che cambierà l'approccio delle generazioni future verso la zoologia e, di fatto, già da subito, il concetto di idiozia.

Dopo quasi quarant'anni riesco a dare una risposta al mio io bambino che interrogativo guardava le formiche nere e quelle rosse. Da lì, una serie di dubbi che mi sono portato dietro fino ad oggi.

Pubblico dunque il seguente trattato: "Il pollo non è una gallina", sapendo di sconvolgere l'attuale stato delle cose. A voi.

IL POLLO NON E' UNA GALLINA

Buongiorno.
Le formiche? perchè sono rosse? perchè sono nere? saranno razziste fra di loro?
Andando a cercare pazientemente nella vecchia Treccani ho scoperto che esistono circa 12.000 specie di formiche, classificate in 300 generi e 21 famiglie: una specie di anagrafica articoli in un'azienda di metalmeccanica. Però ho pure scoperto che le formiche sono comparse sulla terra circa 150 milioni di anni fa e che da allora non hanno mai smesso di rompere le balle. Inoltre sono venuto a conoscenza che anche loro hanno la loro regina: La formica regina; "ha due grandi occhi composti sul capo, il torace molto largo e l'addome voluminoso. Prima dell'accoppiamento è provvista di due paia di ali che cadono subito dopo il volo nuziale, ma se ne riconoscono le tracce sotto forma di moncherini". Una specie di virago, insomma.
Comunque quelle rosse sono dette comunemente "rizzaculo". Fateci caso e capirete il perchè.
Ma la cosa che mi ha sorpreso di più è il fatto che le formiche sono cugine delle vespe. Dunque le vespe non hanno relazioni di parentela con le api - come immaginavo io - ma proprio con le formiche. Entrambe fanno parte della famiglia degli imenotteri e pare che l'incazzatura perenne delle vespe sia congenita al fatto di aver saputo proprio questa cosa. Infatti le api, sopratutto in età infantile, si divertono a prendere in giro le piccole vespe: "la la la la, lima lima, mezza formica!".
Le vespe inoltre si strutturano in colonie stagionali (come quelle umane degli anni 60-70)che si ricostituiscono in primavera. A differenza delle api hanno un pungiglione liscio e resistente: pizzicano e ripizzicano, hanno la ricarica. Le api invece ce l'hanno zigrinato e "una botta e via", una volta utilizzato il povero insetto schiatta. Al pungiglione della vespa è collegato un serbatoio che può iniettare veleno anche per 60 secondi. Naturalmente se vi rivolgete a quelle di tipo "API", potete garantirvi uno sconto di almeno 20 centesimo al litro. Altra differenza sostanziale fra le vespe e le api è il nido: le prime lo costituiscono con un mix di saliva e legno; le seconde utilizzano la ben più raffinata cerca. Le prime non rompono i coglioni ai mariti, le seconde pretendono che prima di entrare nel nido ci si debba mettere le pattine. Ma la cosa che più mi costa ammettere è che a differenza delle api, le vespe sono onnivore, ovvero oltre al polline si nutrono anche di piccoli insetti.

Ma lasciamo il mondo degli insetti per affrontare quello ben più complesso degli animali da cortile.

POLLO, GALLINA ETC.. ETC..
A seconda dell'età e del peso il pollo viene definito:

* pollastro, fino a 3-4 mesi ed un peso di 600 g.
* pollo di grano, fino ad 1 anno e 1 kg di peso
* pollo o pollastra, fino a maturità ed un peso di 1,5 kg circa
* galletto il maschio giovane di circa 6 mesi
* gallina la femmina adulta in riproduzione
* gallo ruspante quello al massimo di 10 mesi
* cappone il maschio castrato all'età circa di due mesi che arriva fino a circa 2,5 kg.

Storicamente il nome Pollo deriva dal latino "pullus" cioè animale giovane; la sua presenza è documentata dal 4000 a.C. nella piana dell'Indo (è quindi giunto in Grecia, e di qui in Europa, attraverso la Persia).

Il professore Chickenaid ha riclassificato la suddetta suddivisione seguendo altre prospettive:
* pollastro, dedito allo studio di scienze occulte e dello zodiaco
* pollo di grano, figlio di gallo ricco
* pollo o pollastra, dedito allo studio durante la notte prima degli esami
* galletto, pollo leggero, di origine veneziana, provvisto di appartamentino privato e grande amatore
* gallina, pollastra che dopo la maturità diventa ntantino zoccola
* gallo ruspante, pollo che dopo la maturità approfitta della disponibilità della gallina
* cappone, eunuco del regno avicolo.

Un'ultima cosa: la gallina TUTTI i giorni fa l'uovo. Solo se è stata trombata dal gallo allora nell'uovo si forma il futuro pulcino. Ma sopratutto il tuorlo non è giallo perchè il pulcino è morto!

Passiamo alle bestie:
il bovino si differenzia per l'età di macellazione. Quindi qui è l'azione violenta dell'uomo a ridefinire la bestia:

VITELLO Bovino macellato tra i 5 e i 7 mesi . Carne tenera. Alimentato solo con latte fin dalla nascita. La carne è poco grassa, e contiene molta acqua e ha colore rosa chiaro. Moralmente è un atto insulso perchè di fatto si va a mangiare un lattante. Fossi la mucca mi girerebbero le corna.

VITELLONE Bovino di età fra gli 8 e i 12 mesi. La sua carne contiene più proteine di quella di vitello. E' una carne pregiata. Di origine riminese, si suddivide in cinque sottospecie: l'intellettuale Leopoldo, il donnaiolo Fausto, il maturo Moraldo, l'infantile Alberto e l'inguaribile giocatore Riccardo.

MANZO Maschio NON castrato (o una femmina che non ha mai partorito). Età da 1 a 4 anni. Abbastanza grassa. Saporita e nutriente. E' più o meno tenera in base all’età e all’alimentazione dell’animale. Nell'accezione più comune e volgare è la definizione che la donna dà all'uomo vigoroso e forte, capace di importanti prestazioni sessuali. Di norma vanitoso, ultimamente tende a depilarsi le sopracciglia (bah!).

BUE Bovino castrato di oltre 4 anni e mezzo. Sta scomparendo dal mercato, perché ormai inutile per il lavoro nei campi e viene macellato prima di questa età.
Nell'accezione più comune è la definizione che la donna dà all'uomo bolso e ormai inerme, incapace di produrre liquido seminale. La mia categoria, insomma. NON si depila le sopracciglia.

VACCHE Bovini femmina: macellate di solito alla fine della produzione di vitelli e latte (6-8 anni di età), e danno carni magre. Carne non pregiata è scomparsa dal mercato da anni. Utilizzata per la produzione industriale di preparati a base di carne. Nell'accezione più comune è la definizione che l'uomo dà della donna.

Inoltre c'è da sapere che il bovino adulto, cioè di età superiore ai quattro anni è chiamato "toro". Di questa categoria mi è rimasta solo il segno astrologico.
Il bovino femmina comunemente è spesso chiamato col termine dialettale toscano "mucca" benché esso in campo zootecnico sia errato. L'etimologia del termine "mucca" è di incerta derivazione tra i verbi latini mulgēre (in italiano "mungere") e mūgīre (in italiano "muggire"). Un'altra ipotesi è che il termine sia onomatopeico, che riproduca il verso, peraltro anche esso onomatopeico. Ma allora "ditemi perchè, se la mucca fa mu, il merlo non fa me".

Una curiosità: a cavallo tra XX e XXI secolo, l'allevamento dei bovini è stato messo sotto accusa per l'effetto serra che produce: il biochimismo digestivo bovino (e dei ruminanti in generale) produce in effetti metano, gas a effetto serra; secondo alcuni studi recenti vi sarebbe la possibilità di ridurlo, modulando la carica batterica del tubo digerente da cui verrebbe ridotta la componente metanogena. Insomma, il buco dell'ozono è dovuto alle scorregge delle mucche (succede quando alzano la coda).

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