sabato 31 ottobre 2009

31 OTTOBRE 2009

Giornata da ricordare. Stamani, dopo aver lasciato Vittoria a mia mamma, siamo andati a far spesa. Abbiamo usato il perditempo, quell'aggeggio che serve ad arrivare alle casse con il conto già fatto ma naturalmente per noi è scattato il riconteggio, abbiamo dovuto ributtare tutto sul nastro trasportatore: avevamo sbagliato clamorosamente, avevamo passato più volte lo stesso articolo, insomma andavamo a pagare più di quello che dovevamo! Poi ho colpito violentemente Fulvia con il carrello, avevo preso male le misure. Siamo passati da Buffetti per comprare delle cose che mi mancavano: il ricambio per l'agenda (22 euro, ma come si fa), una spillatrice, un portabiglietti da visita. Ma mentre ero per pagare mi è squillato il telefono, il solito rompiballe che chiamava per un problema su un macinino. Insomma un gran casino, con il cassiere davanti che doveva incassare ma non avevo abbastanza contanti, il bancomat non mi funzionava, il cliente al telefono imbufalito, mia moglie che mi guardava senza parole. Una volta a casa abbiamo mangiato secondo il piano dietetico che mi sono prefissato, e via al cinema a vedere Baaria di Tornatore. Mentre si andava verso il cinema parlavo a Fulvia del fatto che avevo una sorta di pregiudizio verso questo film, m'aspettavo qualcosa di rimasticato, di rivisto: quanto mi sbagliavo! che film incredibile! Quanto abbiamo pianto! Non sapevamo più quale poteva essere il nostro punto di vista, ci siamo sentiti bambini e figli, poi giovani, adulti e genitori. Ho rivisto babbo e la sua vita, la sua morte. E la nascita di Vittoria e la sofferenza. E tanta nostalgia, una nostalgia che addirittura sembra scavalcare anche il presente e rivolgersi al futuro. Un film talmente complesso e pieno di magia, forse invece talmente semplice, un film sì genuino e vero. Vero, qualcosa che sembra un miraggio.

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