sabato 17 aprile 2010
UNA CAMICIA
Mi sono vestito con la cura che si concede ai defunti, abbottonandomi la camicia con quella lentezza assurda. Fuori è appena chiaro e non ho mai avuto una camicia così ben inamidata. Sono blu, forse nero, pure più alto.
Esco per strada e prendo il primo viottolo. Non so i metri, ma corro fino a dove agli occhi emerge più luce, verde d'erba.
Penso agli errori con la benevolenza di un padre. Finalmente i rimpianti somigliano al suono d'un'onda sfuggente.
Ma al tepore della prima luce riscopro il pianto coi goccioloni.
Non posso interrompere il silenzio con la futilità.
Ci vogliono buoni motivi.
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