domenica 31 maggio 2009

Passatina di zucchine e basilico con ragù di verdure


Ingredienti per 4 persone:
• zucchine medie 4
• cipolla 2 cucchiai tritati
• basilico 4-5 foglie
• burro 50 gr
• brodo vegetale qb

Per il ragù:
• patata media 1
• zafferano qb
• carota media 1
• pinoli qb
• coste di sedano 2

Procedimento
1. Dopo aver lavato e privato le zucchine delle due estremità, tagliare l'ortaggio nel senso della lunghezza in modo da ottenere 2 parti il più possibile uguali e tagliarle a mezzaluna da circa 1/2 cm di spessore.
In una casseruola far imbiondire 1/2 cipolla tritata con il burro e unire le zucchine tagliate, salare leggermente e cuocere a fuoco medio per alcuni minuti dopo aver aggiunto le foglie di basilico.
Bagnare con il brodo vegetale poco alla volta, fino a portare l'ortaggio a cottura.
Passare il tutto al frullatore ad immersione aggiungendo 3-4 cubetti di ghiaccio ed un filo d'olio extra vergine d'oliva.
Conservare in frigo.

2. Per il ragù:

PATATA ALLO ZAFFERANO
Tagliare la patata formando dei cubetti regolare di 5 mm circa. Diluire nell'acqua dello zafferano e bollire i cubetti di patata.

3. CAROTE
Dopo aver pulito la carota, tagliarla a cubetti di 5 mm circa, immergerla in acqua bollente per un paio di minuti circa, scolare e raffredare in acqua e ghiaccio.

4. SEDANO
Togliere le foglie, con l'apposito spelucchino, eliminare la parte fibrosa del gambo e tagliarlo nel senso della lunghezza in modo da ottenere delle stecche di 0,5 cm di larghezza.
Tagliare a cubetti di 5 mm circa e sbollentare per circa 1 minuto. Raffreddare in acqua e ghiaccio.

5. PINOLI
Tostare i pinoli in una padella antiaderente a fuoco medio basso saltandoli continuamente.

Caratteristiche
Tempo di preparazione 60 minuti
Portata antipasti e piatti d'apertura ;

Origine Italia
Stagionalità primavera estate

Tipo di preparazione in padella bollire/lessare

TUTTO QUELLO CHE AVRETE VOLUTO SAPERE.....

COME AL CIELO GLI AEREOPLANI di GIANMARIA TESTA

Friederich Nietzsche


MONISMO

Mente e corpo. Due cose distinte o solo un'unica entità? Questo punto di vista ha diviso filosofi e scienziati per secoli fra dualisti (che sostengono la prima tesi) e monisti (che invece affermano che ogni nostra azione è funzione unica del corpo).
Bene. Apprendo che l'approccio degli psicofisiologi è già da anni decisamente teso verso soluzioni di tipo monistico e pratico. Dunque chi studia in modo analtico il sistema nervoso centrale e tutte le funzionalità del nostro corpo non ha fondamentalmente una gran passione per la teologia e per la spiritualità tibetana. Ho come l'impressione di sentirmi un pezzo di manzo, che ne sò, dello scannello e che anzichè avere un fine d'allevamento (ma pensandoci bene non è detto che non sia nemmeno così) l'avrò come ottimo concime naturale. E' la prospettiva che non m'aggrada, non tanto la sostanza del fatto. Purtroppo non potrò togliermi la curiosità di vedere la faccia dell'Einstein di turno che, dopo aver capito l'intera funzionalità del nostro sistema centrale - e di fatto dando una risposta definitiva - dovrà pure esclamare: "Cazzo, e ora?"

ASPETTANDO IL VOLO DA UN BALCONE


I vecchi hanno gli occhi azzurri
e quando si guardano chissà cosa
ne pensano.

V'è stato un tempo delle parole
finite
sfinite nelle vie delle intese.

E adesso che aspetti
come aspetto anch'io.

sabato 30 maggio 2009

SUL CHICCO


In fondo un caffè
è buio.

Con gli occhi chiusi
possiamo solo
sorseggiarlo.

C'è da ascoltare il vocìo
della raccolta
dall'altezza che ci separa
dalla porcellana.

Il caffè è buio
dunque
e porta con se
non il sapore
ma l'odore.

IL PIU' BELLO DEI MARI di NAZIM HIKMET


Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.

Meditazioni sull'èta della vita

Essere buoni, sinceri, avere pensieri positivi, perdonare chi ci ha fatto un torto, trattare tutti come amici, soccorrere coloro che soffrono, non considerarsi mai superiori agli altri: consigli troppo semplici in apparenza, ma provate a metterli in pratica, e vedrete se non sarete più felici

KIRSTEN DUNST

GOLDBERG VARIATIONS

UMBERTO ECO


La bellezza del cosmo è data non solo dalla unità nella varietà, ma anche dalla varietà nell'unità.

C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA di SERGIO LEONE

OCCHI BELLI di BUNGARO

domenica 24 maggio 2009

FUNERAL BLUES di W.H. AUDEN


Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.

Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.

Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.

sabato 23 maggio 2009

MEDITAZIONI SULL'ETA' DELLA VITA


Coltiviamo l'amore e la compassione, sentimenti che danno davvero un senso alla vita. Tutto il resto è superfluo.

THE DOORS

SILVANA MANGANO

LE RONDINI di LUCIO DALLA

APPENA LETTO... LA PAURA DI VOLARE di FLEUR JAEGGY



A un lustro dalla comparsa del romanzo "I beati anni del castigo", incentrato sull'esperienza di un'istituzione rigida e chiusa quale poteva essere un collegio femminile in Svizzera nell'immediato dopoguerra, la Jaeggy propone una serie di brevi narrativi, calati ancora una volta negli scenari claustrofili d'una Confederazione Elvetica sin troppo algida e piccolo-borghese. Sono storie di figli non amati, sposi che convivono col rancore fra ipocrisie, angosce implosive e paura, ancor più che del cielo, di come la fragile trama dell'autocontrollo possa essere infranta dallo scatenarsi della distruttività. I rituali del perbenismo, contro l'imprevedibilità e l'inquietudine del vivere, possono opporre solo la discrezione come finzione, agita per esorcizzare la consapevolezza di quanto sia "facile avere pensieri violenti". La Jaeggy narra gli orrori del disamore senza patetismi, con una scrittura essenziale, paratattica, dai periodi brevi, contrassegnati di un'icasticità spoglia d'orpelli. L'individuazione di personaggi e ambienti, spesso centrata e risolta nella gemma di una frase, mediante accostamenti all'insegna d'un ossimoro traslato, alluso, sintattico, o attraverso un fraseggio metaforico felicemente risolto, conferma il raggiungimento di una maturità espressiva che si nutre insieme d'aristocratica sprezzatura, schivo riserbo e della giusta dose di ironia non disgiunta da una sottile pietas per i dolori narrati - seppur da cogliersi fra le righe -, la quale, stemperando certe crudezze descrittive, fa de "La paura del cielo" un libro audacemente compassionevole e feroce.

TIZIANO

venerdì 22 maggio 2009

LA FINESTRA DI FRONTE

La commozione della felicità


Da bambina
ho aperto la porta di casa
scivolando via
verso le paillettes
e le luminescenze
d'un vermentino salato.

Ho aperto le portiere
di macchine basse
e mi sono travestita
di quel che capitava.


Ho comprato viaggi
e li ho rivenduti.

Ho alzato polvere
dai piedi
ed acqua sorgente
dal viso.

Ma solo di notte
tornando nel letto
ancora bambina
ho stretto te
trovando per un momento
la commozione della felicità.

VENERDI' 22 MAGGIO 2009

Il fatto che veda la maggior parte delle cose con disinteresse mi porta a sviluppare alcune riflessioni. La prima, forse la più improbabile, è che le scelte fatte durante gli anni passati siano state tutte un errore, frutto di paure mai sopite e mai capite, semplicemente la conseguenza di cattive azioni; la seconda che realmente debba rassegnarmi a volgere uno sguardo disinteressato. O meglio: freddo, distaccato, lontano. Potrei avere garantita una buona dose di felicità, recondita certo, magari insinuata nei piccoli gesti non riconosciuti, solo nella presa di coscienza della sofferenza altrui, nel farmi sentire sempre sereno. In fondo, quello che conta è la propria felicità e ognuno di noi dovrebbe singolarmente lavorare al raggiungimento di tale scopo. Bene, la mia soddisfazione non è forse qui, nella carriera e nelle automobili; forse lo è soltanto nei sorrisi e nella dissolvenza delle nuvole chiare e primaverili. Devo perciò allenarmi, far sì che la mia mente non rimanga attaccata all'universo quotidiano che mi circonda e che non ne paghi conseguenze: la mia felicità, seppure contenuta nel tempo, è, credo, in un altro luogo.

mercoledì 20 maggio 2009

GHIGO

GYMNOPEDIE N. 1 di ERIK SATIE

APPENA LETTO... AFTER DARK di MURAKAMI HARUKI



Tokyo, un quartiere che inizia a vivere quando cala il buio, strade dove le insegne di bar e night club restano accese fino all'alba. Dalla mezzanotte alle sette del mattino, alcune persone sono casualmente coinvolte in una squallida vicenda di violenza. All'Alphaville, un love hotel gestito da Kaoru, un'ex campionessa di lotta libera, una giovane prostituta cinese viene picchiata da un cliente che poi fugge. In una caffetteria poco distante, Mari, una diciannovenne studentessa di cinese in cerca di solitudine, sta leggendo un libro; Takahashi, un giovane musicista jazz disinvolto e chiacchierone, vorrebbe attaccare discorso ma si scontra con la sua reticenza. Tuttavia, quando Kaoru cerca qualcuno che faccia da interprete alla prostituta ferita, Takahashi, che con il suo gruppo sta provando in uno scantinato vicino all'albergo, le suggerisce di rivolgersi alla giovane. Mari viene cosi a contatto con un ambiente a lei estraneo, ma paradossalmente riesce a comunicare con le persone che vi incontra in modo spontaneo e profondo: per la prima volta vince la riluttanza a parlare di Eri, la sorella maggiore, caduta in un letargo volontario dal quale non sembra volersi svegliare. L'immagine della bellissima ragazza che sta per essere inghiottita nel nulla attraverso lo schermo di un televisore apre un pericoloso spazio onirico nel quale rischia in ogni momento di scivolare la realtà.

SULLE ETA' DELLA VITA


Il buon senso ci indica che la vita umana è breve, e che è meglio trasformare il nostro fugace passaggio in qualcosa di utile, per noi e per gli altri

SAINT-EVREMOND


Alla mia età, un'ora di vita spesa bene ha più valore dell'interesse per una mediocre fama. Come fatichiamo a disfarci dell'amor proprio!

IL TUTTO E' FALSO di GIORGIO GABER

A PALMI IN SU'


A palmi in su

Sai,
i bambini fanno spuntare le manine a palmi in su,
in trasparenza ridono arancione sotto le lenzuola.

A palmi in su
sanno attendere il cadere delle stelle.

E solo per questo
che talvolta la notte è buia.

domenica 17 maggio 2009

VECCHIO di CHARLES BUKOWSKI


in agosto avrò 73 anni,
quasi ora di fare le valigie
per un salto nel vuoto
ma due cose
mi trattengono:
non ho ancora scritto
abbastanza poesie
e poi il vecchio
che abita nella casa
di fianco alla mia.
vivo e vegeto,
a 96 anni.
picchia sulla finestra
col bastone
e manda baci
a mia moglie.
capisce tutto,
schiena dritta,
passo svelto,
guarda troppa tivù
ma noi
allora?
ogni tanto vado a trovarlo,
ciacola
ma non dice cazzate,
tende a ripetersi
un poco
ma vale quasi la pena
di riascoltarlo.
ero da lui
un giorno e ha detto:
"sai, presto
tirerò le cuoia…"
"mah,"ho detto io, "non ne sono
così sicuro…"
"io sì," ha detto,
"perciò, che ne diresti
di fare un cambio con casa mia?"
"certo la tua è carina."
"ma non so se puoi darmi
quello che voglio in cambio…"
"dipende, mettimi alla prova."
"bè," ha detto, "vorrei un nuovo
paio di testicoli."
Quando morirà il vicino
sarà difficile riempire
il gran vuoto che lascia.
mi sono
spiegato?

sabato 16 maggio 2009

CHARLES BUKOWSKI

VALSE TRISTE di SIBIELIUS

APPENA LETTO ... I CONTI CON ME STESSO di INDRO MONTANELLI


I diari sono documenti segreti scritti per divenire pubblici. Nella maggior parte dei casi sono nelle intenzioni dell'autore la sua ultima opera, quella che gli permetterà di prendere ancora una volta la parola dopo la morte e di costringere gli altri ad ascoltare [...]. Credo che i diari di Montanelli non facciano eccezione alla regola e siano quindi, nelle intenzioni dell'autore, destinati alla pubblicazione. Per alcune ragioni. In primo luogo l'autore parla sempre e soprattutto di se stesso. Attenzione. Vi sono in queste pagine non meno di un centinaio di personaggi, da Leo Longanesi, a Giovanni Ansaldo, da Giuseppe Prezzolini a Eugenio Montale, da Ugo La Malfa a Leo Valiani, da Giovanni Agnelli a Bruno Visentini, da Mariano Rumor ad Amintore Fanfani, da Vittorio Cini a Guido Carli, da Wally Toscanini a Joséphine Baker, da Giovanni Spadolini a Silvio Berlusconi, da Henry Kissinger a Raymond Aron. Vi è la lunga galleria dei colleghi: Eugenio Scalfari, Piero Ottone, Giorgio Bocca, Gaetano Afeltra, Michele Mottola, Enzo Bet-tiza, Bino Buzzati, Alberto Ronchey, Giovanni Russo. Ma entrano in scena, dicono qualche parola, talvolta un breve monologo, e lasciano il palcoscenico. Sono caratteristi e comparse che ruotano intorno al sole del protagonista. Il loro scopo è quello di porgere la battuta a Montanelli o di sollecitare il suo talento di ritrattista.

CHARLIZE THERON



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TILL THE NEXT SOMEWHERE DI RAY CHARLES & DEE DEE BRIDGEWATER

MY MAN di BILLIE HOLIDAY

martedì 12 maggio 2009

Martedì, 12 maggio 2009

Oggi due cose da annotare: gli occhi d'una persona con cui ho notoriamente ed evidentemente un cattivo rapporto, appaiono d'un colore diverso, anzi d'una luce diversa. E questo vale molto di più di tante parole. Devo dire che mi fa piacere, ed il fatto che io abbia questa reazione mi convince ancora più delle mie idee sulla natura del mio carattere. Certo devo lavorarci sopra ancora tanto.

Altra bella sopresa è stata quella di apprendere dell'amicizia che intercorreva fra Indro Montanelli e Dino Buzzati, due personaggi che per vie diverse amo visceralmente. C'è un filo rosso in tutto questo, mi compiace e sopratutto mi dà gioia.
Pochi uomini m'hanno fatto emozionare come il tenente Drogo nel Deserto dei Tartari.

Per il resto sonnolenza e depressione, ansia e in certi momenti rabbia. Aspettiamo di passare questo mese di terapia, poi vedremo il da farsi.

domenica 10 maggio 2009

LETTERA A COLETTE


L'odore del tempo prima delle ciliege
fa alzare la testa al chiarore pomeridiano.

Fa spavento ai vecchi
sai,
come la libera corsa del cavallo
o come il mare luminescente e notturno.

Ma la paura ormai è cosa per giovani,
dimestichezza dei dettagli e dei piccoli
rumori.

Affetti ancora ingenuità,
cara mia,
è forse la via migliore
della mia
che troppo spesso è stata solo
falsa modestia

DIARIO

Sto ormai finendo di leggere i diari di Montanelli, recentemente pubblicati da Rizzoli. Lo sto facendo con quel lieve senso di dispiacere che ti coglie quando si deve lasciare qualcosa o qualcuno che si è amato profondamente. Ma tant'è, così dev'essere.

E poi m'è sembrata un'idea banale ma buona quella di iniziare ad appuntare note, ricordi o sensazioni che mi salteranno alla mente di giornata in giornata. No, forse non proprio un diario, ma uno Zibaldone sì. Poi vedrò cosa ne tirerò fuori.

venerdì 8 maggio 2009

IL TUO SORRISO di PABLO NERUDA


Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

Mahatma Gandhi

APPENA LETTO... LETTERE CONTRO LA GUERRA



Il volume raccoglie una serie di lettere inedite e alcune comparse sul "Corriere della Sera". Con queste corrispondenze - da Kabul, Peshawar, Quetta, ma anche da Orsigna, Firenze, Delhi e dal suo rifugio sull'Himalaya - Tiziano Terzani comincia un pellegrinaggio di pace tra Oriente e Occidente. Secondo l'autore infatti "non basta comprendere il dramma del mondo musulmano nel suo confronto con la modernità, il ruolo dell'Islam come ideologia antiglobalizzazione, la necessità da parte dell'Occidente di evitare una guerra di religione", bisogna soprattutto capire, convincersi, credere che l'unica via d'uscita possibile dall'odio, dalla discriminazione, dal dolore è la non-violenza.

Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare noi. Innanzitutto non facendo più finta che tutto è come prima, che possiamo continuare a vivere vigliaccamente una vita normale. Con quel che sta succedendo nel mondo la nostra vita non può e non deve essere normale. Di questa normalità dovremmo avere vergogna." Dopo i fatti dell'11 settembre, Tiziano Terzani torna a far sentire la sua voce accorata, addolorata, vibrante e provocatoria. Lo fa attraverso una serie di lettere contro la guerra, raccolte in un libro dedicato al nipote Novalis. L'autore di In Asia e Un indovino mi disse, abbandona il suo impegno a "tenersi fuori dal mondo" per compiere un pellegrinaggio in nome della pace. Il suo percorso non tocca solo i luoghi e le città del mondo ma soprattutto la mente e il cuore degli uomini. Perché è in essi che risiede la possibilità di capire, di rifiutare la violenza e il conflitto, la volontà di migliorare e di vivere nella pace e nel rispetto comuni. Ecco allora sette lettere che raccontano gli eventi e la cultura orientale in profondità, superando pregiudizi e generalizzazioni: dalla lettera apparsa sul "Corriere della Sera" all'indomani dell'attacco alle Torri Gemelle a quella indirizzata a Oriana Fallaci, in risposta al suo dibattutissimo intervento, dalle testimonianze in terra di guerra alle riflessioni nella quiete del suo rifugio himalayano. "Ancor più che fuori, le cause della guerra sono dentro di noi - scrive Terzani con disarmante ma audacissima semplicità. - Sono passioni come il desiderio, la paura, l'insicurezza, l'ingordigia, l'orgoglio, la vanità. Lentamente bisogna liberarcene. Dobbiamo cambiare atteggiamento. Cominciamo a prendere le decisioni che ci riguardano e riguardano gli altri sulla base di più moralità e meno interesse. È il momento di uscire allo scopert... Il cammino è lungo e spesso ancora tutto da inventare. Ma preferiamo quello dell'abbruttimento che ci sta dinanzi? O quello, più breve, della nostra estinzione?"

LUIGI TENCO



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Gnossienne No 1 di Erik Satie

Friedrich Nietzsche


Come? L'uomo è soltanto un errore di Dio? O forse è Dio soltanto un errore dell'uomo?

DOMANI di ARTISTI UNITI PER L'ABRUZZO

domenica 3 maggio 2009

GEORGE CLOONEY



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NINON


Certo,
non porterai più papaveri ai fianchi
nè alla luce tiepida la schiena
parrà rivelare grano e sabbia.

Nè lustri e nuovi sembreranno gli occhi tuoi
e neri.

Ma le tue lettere sorgive
e ancora azzurrine
trasalgono alla mia lettura.

E così ancora più bella
splendi in questa mussola primaverile
nonostante la somma degli anni agli anni.