venerdì 8 maggio 2009

APPENA LETTO... LETTERE CONTRO LA GUERRA



Il volume raccoglie una serie di lettere inedite e alcune comparse sul "Corriere della Sera". Con queste corrispondenze - da Kabul, Peshawar, Quetta, ma anche da Orsigna, Firenze, Delhi e dal suo rifugio sull'Himalaya - Tiziano Terzani comincia un pellegrinaggio di pace tra Oriente e Occidente. Secondo l'autore infatti "non basta comprendere il dramma del mondo musulmano nel suo confronto con la modernità, il ruolo dell'Islam come ideologia antiglobalizzazione, la necessità da parte dell'Occidente di evitare una guerra di religione", bisogna soprattutto capire, convincersi, credere che l'unica via d'uscita possibile dall'odio, dalla discriminazione, dal dolore è la non-violenza.

Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare noi. Innanzitutto non facendo più finta che tutto è come prima, che possiamo continuare a vivere vigliaccamente una vita normale. Con quel che sta succedendo nel mondo la nostra vita non può e non deve essere normale. Di questa normalità dovremmo avere vergogna." Dopo i fatti dell'11 settembre, Tiziano Terzani torna a far sentire la sua voce accorata, addolorata, vibrante e provocatoria. Lo fa attraverso una serie di lettere contro la guerra, raccolte in un libro dedicato al nipote Novalis. L'autore di In Asia e Un indovino mi disse, abbandona il suo impegno a "tenersi fuori dal mondo" per compiere un pellegrinaggio in nome della pace. Il suo percorso non tocca solo i luoghi e le città del mondo ma soprattutto la mente e il cuore degli uomini. Perché è in essi che risiede la possibilità di capire, di rifiutare la violenza e il conflitto, la volontà di migliorare e di vivere nella pace e nel rispetto comuni. Ecco allora sette lettere che raccontano gli eventi e la cultura orientale in profondità, superando pregiudizi e generalizzazioni: dalla lettera apparsa sul "Corriere della Sera" all'indomani dell'attacco alle Torri Gemelle a quella indirizzata a Oriana Fallaci, in risposta al suo dibattutissimo intervento, dalle testimonianze in terra di guerra alle riflessioni nella quiete del suo rifugio himalayano. "Ancor più che fuori, le cause della guerra sono dentro di noi - scrive Terzani con disarmante ma audacissima semplicità. - Sono passioni come il desiderio, la paura, l'insicurezza, l'ingordigia, l'orgoglio, la vanità. Lentamente bisogna liberarcene. Dobbiamo cambiare atteggiamento. Cominciamo a prendere le decisioni che ci riguardano e riguardano gli altri sulla base di più moralità e meno interesse. È il momento di uscire allo scopert... Il cammino è lungo e spesso ancora tutto da inventare. Ma preferiamo quello dell'abbruttimento che ci sta dinanzi? O quello, più breve, della nostra estinzione?"

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