domenica 27 marzo 2011

MARIO SOLDATI

IL PROGRAMMA DEL CANDIDATO SINDACO

I dieci punti programmatici del nuovo candidato sindaco di Siena.

1 - Abolire il palio.
2 - Sostituirlo con una sagra dell'uva.
3 - Velocizzare la concessione di finanziamenti e mutui da parte del MPS
alle società cittadine che abbiano almeno cento anni di vita a partire dal 2011.
4 - Prevedere la restituzione dei mutui suddetti con rate virtuali.
5 - Fare come Clinton nella stanza ovale, ma senza Monica. Da solo.
6 - Essere riconosciuto il migliore, anche con la forza.
7 - Il nuovo stadio in Piazza del Campo.
8 - Gemellare la città con Piazza Cordusio a Milano.
9 - Reintrodurre il baratto.
10- Nominare collaboratori solo di alto grado (non meno di 14)

ZIZOU

MORE THAN MEDICATION

AUTOIRONIA

SOLTANTO NON SAREBBE - ERICH FRIED


La vita
sarebbe
forse più facile
se io
non ti avessi mai incontrata.

Meno tristezza
ogni volta
che dobbiamo separarci
meno paura
della prossima separazione
e di quella che ancora verrà.

E anche poco
di quella nostalgia impotente
che quando non ci sei
vuole l'impossibile
e subito
fra un istante
e che poi
poiché non è possibile
resta turbata
e respira a fatica.

La vita
sarebbe forse
più facile
se io
non ti avessi incontrata.

Soltanto non sarebbe
la mia vita.

WINSTON CHURCHILL

Fanatico è colui che non può cambiare idea e non intende cambiare argomento.

VICTOR HUGO

Il riso è il sole, che scaccia l'inverno dal volto umano

CHARLES BUKOWSKI

Genio è l'uomo capace di dire cose profonde in modo semplice.

AMICI MIEI

VOLTAIRE


"Bevo quaranta caffè al giorno

per essere ben sveglio e

pensare, pensare, pensare

a come poter combattere

i tiranni e gli imbecilli"

RITARDANTE


Carol Bone ha l’aria di una tranquilla nonnina di 62 anni. Che dopo essere andata in pensione e avere divorziato dal secondo marito, ha pensato che era il caso di riempirsi le giornate con un hobby. L’uncinetto? I fiori. Non esattamente. L’hobby di Carol è… il sesso.

La donna (che ha sette nipoti) non fa mistero di questa sua passione, ed ha raccontato ai giornalisti che l’hanno intervistata di essersi iscritta a 13 siti di ricerca di partner, che l’hanno portata ad incontrare oltre 200 uomini in due anni. Tutti rigorosamente più giovani di lei: la maggior parte tra i 30 e i 40 anni. “I cinquantenni non hanno l’energia per starmi dietro”, ha raccontato la donna, che non vuole nulla di più di una singola notte di passione. “Se vogliono dormire da me, lo fanno nella stanza degli ospiti: non voglio svegliarmi vicino a loro”. “Non sto cercando niente di serio. Ho finito con le relazioni serie. Voglio solo divertirmi. Del resto, perché non dovrei?”.
Metro.co.uk

LA FINE E' IL MIO INIZIO

LINGERV- THE CRANBERRIES

JONATHAN FRANZEN


Una ressa impressionante ha accolto ieri sera Jonathan Franzen, di passaggio a Torino per presentare il suo ultimo libro Libertà, edito per i tipi di Einaudi.

Un incontro organizzato al Circolo dei Lettori con lo scrittore torinese Paolo Giordano come intervistatore. Jonathan Franzen è lo scrittore del momento, quello a cui la critica ha imputato di rappresentare il grande romanzo americano contemporaneo, una responsabilità considerevole ma per certi versi obbligata dopo il successo del precedente “Le correzioni”.

Difficile dire se “Libertà” è davvero l’affresco più compiuto dell’America di questi anni, sicuramente possiede l’indubbia capacità di sollevare domande, soprattutto quelle legate ad un tema che li sottende tutti, ne stabilisce il costrutto valutativo, dà l’ossatura al metodo di giudizio degli individui, costruisce un parametro di raffronto, di analisi e di risposta per ciò che attiene alla sfera personale e a quella collettiva: il concetto di libertà.

Il dialogo che s’instaura in sala tra Franzen, Giordano, un sagace e partecipe traduttore, e il pubblico è di immediata simpatia. Alle domande che vengono poste lo scrittore, jeans, camicia azzurra e giacca leggera, risponde con pause garbate in cui chiude gli occhi, come un avveduto micione, ed ogni volta schiva, salta fuori dal recinto della questione, elargendo il massimo dell’educata genericità; nulla delle riflessioni sulla società, sugli amici, sul proprio vissuto emerge. Forse perché questi argomenti sono già stati sviscerati e scritti nei romanzi o nei saggi precedenti.

Solo sulla famiglia, tema cruciale in Franzen, lascia passare qualcosa, come se gli fosse incautamente sfuggito; nel rispondere cambia postura e, racconta, come abbia sempre ambito a stupire i suoi genitori, abbia voluto dimostrar loro qualcosa, e che soltanto ora, anche grazie a questo ultimo romanzo si sia rasserenato. Obbligatorio specificare che il nucleo dominante, il cruciale di “Libertà” è la famiglia; questa istituzione “un po’ democrazia un po’ dittatura benevola” come leggiamo nel primo capitolo. La famiglia vissuta e presentata anche come strumento obbligato e sviante per leggere la realtà, la politica, il conformismo, i valori civili, il senso del legame matrimoniale o amicale che sia. Sottolinea Paolo Giordano che la cosa che più lo ha colpito del romanzo, romanzo capace di rappresentare il mondo nel particolare ma anche nell’essenza, è il senso di pietà che emana, pietà per se stessi e per i nostri simili, un messaggio di profonda comprensione per quello che siamo, per le nostre variegate e variabili passioni.

Nella copertina del libro svetta un uccellino, una dendroica cerulea, segno della forte passione per il birdwatching, l’osservazione degli uccelli nel loro habitat, di Franzen, un uccellino dal singolare canto che ritroveremo guarda caso, come suoneria del cellulare del protagonista.

BALLA ANCORA - BANDABARDO'

INTERVISTA DEL MAGGIO 2010!!!!!

Federico Ubaldi è un operatore di Save The Children , soccorre i bambini immigrati che sbarcano in Sicilia. Ma ora rimangono intrappolati in Libia

Chi sono e che età hanno i minori che sbarcano da soli in Sicilia?

“In genere dai 13 ai 17 anni , anche se il picco è di adolescenti tra i 15 e i 17. La maggioranza sono ragazzini egiziani e poi centro-africani : soprattutto dalla Nigeria e dal Ghana”



Ma perché un ragazzino affronta un viaggio così pericoloso da solo?

“Questi sono quelli che si muovono per motivi economici. Poi ci sono i richiedenti asilo, soprattutto somali ed eritrei : i primi, vittime della guerra civile. Gli eritrei in fuga da un servizio militare che dura anche tutta la vita”

Sono orfani?

“No, anzi! Sono bimbi su cui investe tutta la famiglia”

Perché inizino a lavorare e mandare i soldi?

“E’ più o meno l’equivalente di quello che gli italiani potrebbero investire per far studiare all’estero un figlio. Nei paesi africani una famiglia investe tutto ciò che ha per sperare di far arrivare un ragazzino di 16 anni in Europa. E questi bambini ne sentono tutta la responsabilità”

Devono fare un viaggio molto pericoloso..

“Pochi possono permettersi quello in aereo , con un passaporto e un visto falso, perché costa 5-7 mila euro. Le tratte economiche attraversano la Libia , per circa 1500 euro. Si fa il deserto del Niger a piedi , si passa anche dal Sudan e dall’Egitto

Hanno delle guide ?

“Raccontano di tutto un passaggio di trafficanti: ognuno di questi dopo un tratto di strada li affida al successivo. Ognuno vuole essere pagato . Finché non si arriva in Libia”

Il rischio è morire..

“In tanti ci raccontano di aver visto 4 o 5 compagni di strada non farcela. E vengono abbandonati nel deserto. Lo stesso succede a chi non ha i soldi in tasca o non riesce a farseli mandare”

In che condizioni sbarcano in Italia?

“Spesso hanno solo una vaga idea di essere in Italia. E solo i vestiti che indossano , più ciò che sta in una tasca. Chi organizza le traversate al posto di uno zaino o una valigia ci mette una persona che paga mille euro. Sono disidratati , disorientati, in cattiva salute”

Da quando l’Italia ha firmato gli accordi con la Libia contro l’immigrazione irregolare , gli sbarchi sono diminuiti. Non è un buon segno?

“Non significa certo che la gente non parte più. Da quello che risulta a noi. la differenza è che oggi la Libia è diventata una prigione a cielo aperto , dove i migranti sono sottoposti a violenze , vessazioni , detenzioni arbitrarie”

Avete le prove?

“nei centri di detenzione in Libia non siamo mai entrati: il regime permette l’ingresso solo in alcuni di questi e solo a pochi operatori dell’Onu. Le testimonianze dei profughi , però, sono agghiaccianti”

Quando l’Italia ha fatto gli accordi con la Libia, il governo ha detto che avrebbe garantito il rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali

“Dai racconti emerge tutt’altra realtà. Non c’è nessuna forma di garanzia da parte della polizia, c’è un’ostilità diffusissima della popolazione locale : puoi essere picchiato per strada senza che nessuno ti aiuti”

Come è possibile?

“La Libia è una dittatura. L’Italia , di fatto, le ha delegato il controllo delle frontiere. UN macello alla lettera”

Un macello?

“Questo autunno è sbarcato un ragazzino eritreo di 16 anni, Daniel. Era arrivato in Libia con la madre , la primavera scorsa. Il trafficante li ha portati in una casa di campagna: c’era un sacco di gente accampata in uno stanzone in attesa di una barca”

Quanto ci sono stati?

“Parecchie settimane. Prima degli accordi la permanenza media in Libia era di due o tre mesi. Adesso è salita a sette-otto. Daniel era riuscito a ottenere un certificato di rifugiato per se e la madre. Anche se faceva fatica a uscire per comprare da mangiare o lavorare. E’ stato arrestato vicino Tripoli: la polizia ha semplicemente strappato il certificato”

In carcere , non in una struttura apposita ?

“Si è ritrovato a 16 anni rinchiuso insieme ad adulti , spesso criminali comuni. Tutti i giorni venivano picchiati dalla polizia. Mangiavano un pezzo di pane e un formaggino alla mattina e un po’ di verdura bollita la sera. Ci ha raccontato che c’erano profughi in carcere da 2 o 3 anni, senza accuse formali”

Lui come ha fatto?

“Non è uscito : è scappato. Era in cortile un giorno che è arrivato il furgone del pane. Si è messo a correre mentre c’era il cancello aperto. Daniel ha trovato il modo d’imbarcarsi. Ma è ancora qui che spera di ricevere notizie di sua mamma da chi sbarca”

Ma se un minore non accompagnato arriva in Italia , ha il diritto di soggiorno?

“Non proprio: ha il diritto di non essere espulso se non si verificano prima la condizione che troverebbe nel suo Paese : se ha una famiglia , se non ce l’ha… Ma di fatto questi controlli non vengono mai fatti: sono ricerche troppo difficili”

Si apre una pratica e rimane lì

“Di fatto sì. Poi i minori che non hanno famiglia vengono accolti nelle comunità alloggio, insieme a quelli italiani”

Anche le donne sono a rischio : molte arrivano incinte, ci sono stupri

“Pensiamo di sì: molte sono incinte tra i 3 e i 6 mesi e di solito il viaggio dura di più”

Quelle che voi venite a sapere , in un certo senso , sono storie a lieto fine..

“La cosa preoccupante è che a ogni singola persona succedono tanti e diversi fatti gravi. Ma le storie davvero terribili non le sapremo mai : sono quelle che non lasciano sopravvissuti a raccontarle”

FORMAGGIO


1 Prima di lamentarti della puzza di taleggio controlla che non siano i tuoi piedi. 2 Il fatto che ti piaccia il gorgonzola non ti autorizza a mangiare le arance ammuffite. 3 Il formaggio nel cheeseburger non è formaggio. 4 La bufala è la nuova mozzarella, la burrata è la nuova bufala, la stracciatella è la nuova burrata. 5 Inutile comprare un coltello da formaggio per tagliare lo stracchino.

STEFANO BENNI


[..]E vidi che in un attimo sapeva di me più di quanto nessuno avesse mai saputo.
E insieme ridemmo.

Era venuta da lontano.
Ciò che avevo aspettato da sempre. Il punto del vento, delle api, degli steli.
Sopra nos silentium siderum.

Ora le stelle erano cadute

domenica 20 marzo 2011

JEFF BRIDGES





GAD LERNER


Il Giappone è, rispetto all’Italia, geograficamente più lontano della poverissima isola di Haiti, rasa al suolo nel gennaio 2010 da un terremoto che distrusse 250 mila vite umane. Eppure avvertiamo la catastrofe del Pacifico molto più vicina. Perché la concatenazione micidiale del sisma, dello tsunami e della radioattività sprigionatasi dalle centrali nucleari giapponesi rimette in discussione il nostro modo di vivere.

L'ALFABETO DI TWAIN


A-biti
Tutti gli esseri umani vorrebbero indossare indumenti ampi, comodi, colorati e vistosi, e il loro desiderio è stato soddisfatto fino a circa cent'anni fa, quando un sovrano o qualche altro somaro autorevole ha introdotto colori scuri e forme scomode e brutte nell'abbigliamento maschile. Il popolo bue ha subito il sopruso e di conseguenza ancora oggi siamo succubi di questa impostazione che durerà per lungo tempo.

B-andiera
Com'è sbiadita la vista della bandiera in patria al confronto di quella che vediamo all'estero.

C-iviltà
Civiltà è la illimitata moltiplicazione di necessità non indispensabili.

D-elusione
L'unica cosa ragionevole da fare con la delusione è non pensarci e dedicarsi a qualcosa di allegro.

E-ducazione
La buona educazione consiste nel tener nascosto l'alto concetto che abbiamo di noi stessi e la scarsa considerazione che abbiamo degli altri.

F-amiliarità
La familiarità fa crescere il disprezzo

G-enerosità
L'uomo nato avaro può essere educato a dare con liberalità: con le mani, ma non con il cuore.

H-awaiani
Sono felici dall'alba al tramonto

I-talia
E' il paese più regale e più disgraziato della terra.

L-avoro
Lavoro e gioco sono parole usate per indicare la stessa attività, in condizioni diverse.

M-odestia
Sono nato modesto, ma non è durato.

N-ecessità
La necessità non conosce legge

O-rologi
Un buon orologio rimane tale fin quando non cade nelle mani di un orologiaio

P-ensieri
Ecco un pensiero importante: da morto, la carne del più nobile degli uomini è inferiore a quella del maiale.

R-agazze
Vorrei essere una ragazza carina. Comunque è inutile illudersi. Ognuno ha i suoi limiti.

S-alute
Con il cuore non si può ragionare; ha le sue leggi e si agita per delle cose che l'intelligenza disdegna.

T-abù
I tabù costituiscono la più ingegnosa ed efficace di tutte le scoperte per limitare i privilegi della gente senza scontentarla.

U-omo
Se l'uomo avesse creato l'uomo, si sarebbe vergognato della sua performance.

L'uomo fu creato alla fine della settimana, quando Dio era stanco...

V-erità
Mai dire la verità a chi non lo merita

BEPPE GRILLO

EPIFENOMENO


n.m. [pl. -i] 1 ( filos.) fenomeno accessorio che si aggiunge ad altri senza cambiarne i caratteri fondamentali 2 ( med.) sintomo collaterale

¶ Comp. di epi- e fenomeno.

sabato 19 marzo 2011

DON PIZZARRO



MY TV

LA GRAMMATICA DI DIO - STEFANO BENNI


Un cane troppo fedele che torna sempre come un boomerang dal padrone che lo vuole abbandonare; un potentissimo manager pronto a tutto pur di riunire i Beatles per un concerto; un terzino fantasioso e romantico su uno spelacchiato campo di periferia; un arrogante e irredimibile uomo d'affari; un frate che sceglie il silenzio per sentirsi più vicino a Dio ma viene vinto dalla bellezza di una muta; una perfida vecchietta divorata dall'invidia e dal livore sono solo alcuni dei protagonisti di questa raccolta di racconti, nella quale Benni mostra il lato più curioso, imprevedibile e misterioso della vita.

PYRO - KINGS OF LEON

ARMANI

MAI DEL MENO


Dovrei parlare solo
del +

Le partite di calcio
ed i figli a scuola;

vestiti e cronaca,
le portate del pranzo.

Sì, guadagno silenzio
e più parlo del meno.

MEDITAZIONI SULLA PRESUNZIONE


L'aspetto più grave della presunzione è che ci impedisce di migliorarci.

CLAUSTROFOBIA

CHI MAI - ENNIO MORRICONE

UN ATTIMO SOLTANTO


Sono le una passate. mi chiedo come mai dalla finestra di camera mia non sia buio come da quella del soggiorno. Non mi piacciono le notti chiare, la luna è troppo forte stanotte o forse sono le luci del paese che rimbalzano a modo loro, non so.
Penso ai vecchi che osservo quando mi capita di incrociarli per strada. Immagino i loro visi con trenta, quarant'anni di meno. Penso ai loro sorrisi e ai loro denti. Sono diventato così esperto in questo gioco da incantarmi. Le donne gentili mantengono un vago sorriso, seppure nascosto; quelle altere si fanno magrissime. Gli uomini possono arrivare ad essere persino belli.
Ci sono stati battesimi, comunioni, matrimoni.
Nuovi battesimi, comunioni, matrimoni.
Per quanto tempo ancora saranno i riti a dare il tempo alle nostre vite?
Sono passati anche tanti funerali, mai il loro.

Da ragazzino mi piaceva saltar su e scalare un muretto. Dall'alto vedevo meglio le cose, osservavo con più attenzione il pensiero circolante. Le persone parlano sempre fra se e se. Borbottano, esprimono. Io mi diverto ad ascoltarli, ad immaginare i loro soliloqui. Ogni sussulto un punto di telegrafo.

Sono passati molti anni,ora sono sceso. Ho il culo per terra e la schiena appoggiata al muro scrostato di questa via inumana. Vedo piedi. Ora le ragazze mi sembrano più giovani, non sono più abituato a quell'età.
Una signora piccola mi si accovaccia accanto. Ha occhi grandi e neri e i capelli cortissimi. Ha poca bocca e un gran bel sorriso perduto.
La rivedo. Lei sfonda una risata e mi bacia sulla fronte. Un attimo soltanto.

DAGLI OCCHI DI UN BAMBINO - ALEXIS DIAZ PIMIENTA


Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani.
Se chiudesse gli occhi cadrebbero.
Solo la sua meraviglia li mantiene sospesi,
la sua piccola mano li fa alzare,
il suo cuore li muove e li allontana.
Senza un bambino appiccicato ai vetri,
alle alte ringhiere di una terrazza adulta,
gli aeroporti morirebbero di orrore.
Un bambino non potrà mai pronunciare
la parola "aeronautica".
ma da lui dipenderà l'imitazione dell'uccello.
Un bambino non saprà calcolare le distanze
ma lui è la garanzia del ritorno.
Ogni aeroporto deve avere un bambino
appiccicato ai vetri,
vicino agli altoparlanti, dovunque si annidi
la paura.
Grazie a lui causerà meno lacrime il rientro di tutti,
soffrirà meno baci l'addio delle madri
e le hostess potranno evitare avvisi insulsi.
Un aeroplano nell'aria
sono molti i bambini che guardano l'orizzonte.

ORA DI RELIGIONE


1 Invoca le pari opportunità: pretendi un’insegnante suora. 2 Metti alla prova la sua preparazione con domande sullo sciamanismo Shipibo Conibo. 3 Comunque niente lezioni di religione prima dei 12 anni. 4 Possibilmente neanche dopo. 5 Non ti abbattere se vai male in religione: ti resta sempre la ginnastica.

PEARL JAM


Agli anniversari non si sfugge . E allora tanto vale dirlo subito: il momento migliore e il peggiore..

“Il migliore, il giorno che il nostro primo disco ha venduto il primo milione di copie . Il momento più basso , il più buio, invece, è stato sicuramente nel 2000, l’incidente di Roskilde in Danimarca, 9 persone schiacciate dalla folla mentre suonavamo. Ancora oggi non trovo parole. Non sapevamo come ricominciare. Poi incontrammo le famiglie di quei ragazzi morti. Ci dissero loro di andare avanti , che i figli ci amavamo”

Com’eravate prima del successo?

“Seattle era una scena piccola. Tutti avevano una band perché nessuno veniva fin là a suonare. E’ nato così quel sound così specifico , così northwest e grunge. Ma non c’erano locali , dovevi inventarti le situazioni . Io suonavo metal con gli Shadow , Stone Gossard e Jeff Ament erano con i Green River. Ci incrociavamo alle feste , parlavamo di musica. Quando mi chiesero di suonare con loro mi emozionai: erano già star , anche se di provincia. Avevamo un seguito di liceali e ragazzine: chi se lo immaginava che quella scena così piccola esplodesse in una cosa tanto grande?”

Con il successo iniziarono le polemiche. Le altre band, Kurt Cobain con i Nirvana in testa, vi accusarono di esservi venduti..

“E’ vero , all’inizio, e non ricordo nemmeno perché , fummo band contro band. Ma le cose cambiarono presto. Kurt aveva i suoi problemi esistenziali e straparlava. Però, prima della sua morte , siamo stati molto vicini. Di lui sono state dette milioni di cose: ma anche noi che lo conoscevamo , quanto lo abbiamo capito?”

Declinaste subito il successo a modo vostro. Rifiutando di girare video , all’epoca tanto alla moda. Dichiarando guerra al colosso Usa dei biglietti , Ticketmaster.

“La faccenda del video fu un’idea di Eddie Vedder , il nostro cantante. Eravamo diventati famosi troppo in fretta e lui pensava che fosse importante tenere i piedi per terra facendo altri concerti. La casa discografica , invece, voleva spremerci , tirare fuori da noi quello che poteva. Eravamo sfibrati. Pronti a scioglierci. E’ accaduto a tante and dell’epoca. Così decidemmo di stare un passo indietro. E fu la decisione giusta. Ci diede respiro , permettendoci di creare il nostro metodo di lavoro. Con Ticketmaster invece fu una battaglia di giustizia. Volevamo tenere i biglietti bassi senza che qualcuno speculasse sul nostro successo”

E come considerate l’escalation dei prezzi di biglietti che c’è stata negli ultimi anni?

“La situazione è tragica. L’economia è crollata e i prezzi dei concerti sono aumentati. La gente non può permettersi cose essenziali , figuriamoci se spende per un concerto. Non facciamo la nostra parte continuando a tenere bassi i prezzi”

Qual è la canzone dei Pearl Jam che preferisce?

“In Hiding , ma forse è solo quello quella che preferisco suonare dal vivo”



Il suono live è sempre stato importante per voi. Tanto da celebrare i vostri vent’anni solo con brani live

“Diamo il meglio dal vivo. Eddie sa come appassionare la folla . Per noi è fondamentale trasformare ogni show in un evento memorabile. Così nel disco abbiamo voluto tener dentro i fan , la vita reale, la carica che ti dà la gente”

Avete sostenuto Barack Obama fin dall’inizio. Dopo due anni , molti sostenitori si sono fatti critici . Voi siete ancora con lui?

“Assolutamente sì , ci ha tirato fuori da 8 anni di oscurantismo. Grazie a lui oggi l’America è tornata ad essere un Paese progressista. Molti lo giudicano severamente , ma non puoi fare cambiamenti profondi in così poco tempo. Non sono mai stato ottimista su questo Paese, ma so che adesso alla Casa Bianca c’è uno sveglio , non un idiota. Sono fiero di lui”

Lo avete mai incontrato?

“No. Ma io sono stato a sue suoi comizi , quando era ancora senatore. All’inizi ero per Hillary , ma qualcuno che mi convincesse davvero. Barack mi convinse”

Ora che potete finalmente dirvi adulti cosa farete?

“Punteremo tutti i nostri guadagni su un cavallo…. Scherzo. Stiamo per registrare un nuovo album, è una notizia che non dovrei rivelare a un giornalista. Entreremo in sala ad aprile. Ed è quasi pronto un film che celebra la nostra storia, Project 20. Perché il miglior modo di guardare al futuro è tenere d’occhio il passato, ed essere ben saldi sul presente. Lasciando che le cose si muovano. L’abbiamo fatto per vent’anni, no?”

JEREMY IRONS





MISSION

JOHN LUDWIG CHRIST


"Questa bevanda ha, già da sessanta o settant'anni, un posto di favore tra i grandi e gli umili, i ricchi e i poveri.
Talmente grande che ho visto mendicanti lungo le siepi prepararsi un caffè indiano e, in mancanza di un macinino di caffè, battevano e riducevano in polvere, tra due sassi, i chicchi di caffè abbrustolito."

GREEN ZONE

OSCAR WILDE


Il cinismo è l'arte di vedere le cose come sono piuttosto che come dovrebbero essere.

GUARDANDO L'ALBA - CARMEN CONSOLI

giovedì 17 marzo 2011

AMORE NON CORRISPOSTO


Robert Smith, 32enne di Marlborough (New Hampshire) voleva concedersi un po’ di trasgressione una domenica sera, e aveva deciso di pagare due prostitute per fare sesso con lui.
Ma è successo “l’impensabile”: dopo che aveva dato alle due 150 dollari, una ha rifiutato di fare sesso con lui. Smith ha cercato in tutti i modi di fare valere le sue ragioni, al punto di arrivare a chiamare la polizia perché convincesse la ragazza a “dargli quello che gli spettava”.

Ma le cose non sono andate esattamente come Smith forse aveva immaginato. Nel New Hampshire, infatti, la prostituzione è reato, anche da parte di chi la “sollecita” e la polizia è sì intervenuta, ma solo per arrestare sia Smith che la ragazza, identificata come la 22enne Jeanna Mercure.

IL FATTO E I 400.000 - PETER GOMEZ


Lo sappiamo. Lo sappiamo bene anche noi. In queste settimane ci sono storie e notizie molto più importanti da raccontare. Gli oltre 350mila visitatori unici che quotidianamente navigano per le nostre pagine e i 75mila che ci acquistano in edicola, del resto, se sono accorti. Quello che viviamo non è un periodo normale.

Accanto alla tragedia dello tsunami giapponese, che rende minuscole e quasi ridicole le beghe di casa nostra, adesso sembra avvicinarsi un’altra catastrofe. Tutti – a partire da noi de ilfattoquotidiano.it che per quasi 24 ore al giorno seguiamo l’evolversi di ciò che accade nella centrale nucleare di Fukushima – si rendono conto del cambiamento in atto.

Sul nucleare l’evidenza dei fatti costringe molti a rivedere convinzioni che parevano granitiche. Spinge al dibattito e alla riflessione. Classi dirigenti più serie delle nostre (cioè quasi tutte) danno finalmente il segno di voler rivedere le proprie politiche energetiche. Accade in Germania, accade più timidamente negli Usa. E persino in Italia la maggioranza comincia a pensare che incaponirsi sulla strada, fortunatamente non ancora battuta, dei reattori di terza generazione sia stata una pessima idea. Almeno dal punto di vista politico.

Intanto, a poche centinaia di chilometri da Tokio, cinquanta uomini lottano per tentare di salvarne migliaia. Come gli operai di Chernobyl sanno di essere destinati alla morte, ma lavorano lo stesso perché a volte, per gli esseri umani, la propria vita non conta.
Noi tutto questo cerchiamo di raccontarvelo ora per ora. Minuto per minuto. Così come dal 22 di giugno abbiamo raccontato tutto il resto. Un po’ perché siamo giornalisti e non sapremmo fare altro. E un po’ perché siamo convinti che dei cittadini informati, alla fine saranno dei cittadini migliori. Per questo vogliamo ricordare che proprio oggi Il Fatto Quotidiano ha raggiunto e superato quota 400.000 iscritti sulla sua pagina facebook.

Sui social-network siamo insomma diventati il primo quotidiano italiano e, forse, europeo (vista la quantità di lavoro e gli accadimenti non abbiamo avuto il tempo per controllare troppo bene). Il perché di questo fenomeno ha molte possibili spiegazioni. A noi de Il Fatto una però piace più delle altre. Nel nostro paese le notizie vengono spesso nascoste o distorte. Le opinioni controcorrente sui grandi media hanno poco spazio. Per questo chi le trova le ritiene un bene prezioso. E, quando può, le condivide con chi conosce.
Sia come sia, grazie di tutto. Perché da soli noi non saremmo qui.

domenica 13 marzo 2011

CIMBALO


s.m.
1 ST Antico strumento musicale simile ai piatti
‖ fig. Avere il capo in cimbali, essere sventato
| Essere, andare in cimbali, in allegrezza smodata, spec. per ubriachezza

KARMA PESANTE - DARIA BIGNARDI


"Quando ha sentito che a novembre compio quarantadue anni mi ha guardata negli occhi e ha detto: 'Quarantadue è multiplo di sette. Sarà un anno di grandi cambiamenti: stai pronta, Eugenia'." Eugenia Viola non crede nei multipli di sette, ma è sempre stata fin troppo pronta a mettersi in gioco. Era un'adolescente segnata da un dolore prematuro e ossessionata dalla ricerca della propria identità: oggi è una donna spericolata eppure saggia. Ciò che sa fare meglio, quel che le toglie il sonno, è il suo lavoro di regista. Ma quando improvvisamente la vita la obbliga a fermarsi, il film che ci racconta è quello dei tanti pezzi di sé lasciati per strada. La tredicenne affascinata dall'oscuro protagonista di un romanzo russo, la ragazza che parte per Londra in fuga dalla malattia del padre, la ventenne inquieta che approda nella Milano dei profondi anni Ottanta e poi nella New York degli anni Novanta. Fino al presente rigoroso, assediato dalle nevrosi degli Anni Zero ma riempito dall'amore imperfetto per Pietro e per le figlie Rosa e Lucia, le uniche capaci di ancorarla a terra. "Un karma pesante" getta uno sguardo insolito e brillante sui nostri ultimi trent'anni ed è insieme la storia di una donna spietata con se stessa ma teneramente fragile, allegra, materna, tanto dolorosamente vicina all'autenticità della vita che abbiamo l'impressione di conoscerla almeno quanto conosciamo noi stessi.

MARZO - SALVATORE DI GIACOMO


Marzo: nu poco chiove
e n’ato ppoco stracqua
torna a chiovere, schiove,
ride ‘o sole cu ll’acqua.

Mo nu cielo celeste,
mo n’aria cupa e nera,
mo d’’o vierno ‘e tempesta,
mo n’aria ‘e Primmavera.

N’ auciello freddigliuso
aspetta ch’esce ‘o sole,
ncopp’’o tturreno nfuso
suspireno ‘e vviole.

Catarì!…Che buo’ cchiù?
Ntiénneme, core mio!
Marzo, tu ‘o ssaie, si’ tu,
e st’ auciello songo io.

INSONNIA D'AMORE

sabato 12 marzo 2011

LIBRI

Massimo Troisi a Massimo Bonetti:
- Io non leggo mai, Non leggo libri, cose... pecchè... Che comincio a legger mo' che so grande, che i libri sono milioni e milioni? Non li raggiungo mai, hai capito? Pecchè io sono uno a leggere, loro sono milioni a scrivere (Le vie del signore sono finite)

Totò:
- Mi piacciono i romanzi d'appendicite. (Siamo uomini o caporali)

ERI BELLISSIMA - LIGABUE

DUBAI


1 Quando sei in un grattacielo con una piscina sul tetto, l’impatto con l’islam diventa secondario. 2 Non sei qui per fare il bagno, ma per sciare dentro a un centro commerciale. 3 Se siete in coppia non vi baciate, non vi tenete per mano, anzi, cercate di parlarvi il meno possibile. 4 Nel deserto vedrai miliardi di stelle, ma le uniche che contano sono le cinque stelle del tuo resort di lusso. 5 Se sei venuto per incontrare gli arabi vai in Oman: a Dubai ci abitano solo i turisti.

giovedì 10 marzo 2011

NESSUNO AD ASPETTARE


Strascica la nota il pianoforte.
Dà ombra ed eco.
Non te ne stancheresti mai.
E ti fa chiudere gli occhi
perchè ti fa sentire fratello.
S'alza il violino come un muro
vibrante d'acqua.
E libera una commovente pausa
che ti riporta alla nota sola.

E piangi forte
perchè non c'è
nessuno ad aspettare.

MINE VAGANTI



IL MARE


Il mare.
Dovresti conoscerlo meglio, il mare.

Dovresti guardarlo in sezione: la pelle ondosa, fresca, frizzante, spumosa. L'onda che s'alza e si riempie di vento. Che ricade gioiosa su se stessa. E rinfresca l'aria con il succo d'alghe e sale.

Guardarlo meglio... e abbassarlo lo sguardo.

Vedere l'abisso scuro che ribolle continuo, senza tregua. Fermo. L'oscurità notturna e profonda, quella che si nasconde e s'accalora di correnti. Quella che spaventa e attrae, come l'altezza.

Solo così capiresti il mare, il suo chiarore ceruleo, la sua scontrosità gutturale.
Ma un mare senza fondo è come un mare senza pelo d'acqua: impossibile.

Dovresti capirlo tutto il mare.

sabato 5 marzo 2011

INSIEME


Fra pollice ed indice
tengo il capo del filo
che tira su la linea d'orizzonte.

Dammi una mano,
insieme
è l'equilibrio
dell'assoluto.

LA BIMBA DELLA VECCHIACCIA


Non lasciatemi al buio,
ho appena sei anni
e poca candela.

Non ho mai avuto
il gioco.
Non ho mai avuto
il caldo.

Ed ora cos'è che
spegne tutto?
perchè tanto dolore?

SARAH FELBERBAUM





IN UN MOMENTO - DINO CAMPANA


In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose

P. S. E così dimenticammo le rose.

ALTORE

n.m. e agg. [f. -trice; pl.m. -i, f. -trici] ( poet.) che alimenta, dà sostentamento: l’altrice terra umida (D’ANNUNZIO)

MY EAU DE TOILETTE

CRESPELLE GORGONZOLA E RADICCHIO


Le crespelle gorgonzola e radicchio sono un primo piatto sfizioso e sostanzioso il cui ripieno è preparato con una gustosissima crema al radicchio.

Le crespelle gorgonzola e radicchio sono un primo piatto semplice ma allo stesso tempo raffinato. L'aroma intenso del gorgonzola si sposa con quello aromatico del radicchio, e l'unione di questi due ingredienti crea una crema ricca e intensa.

Le crespelle gorgonzola e radicchio possono essere preparate anche con altri ingredienti e danno quindi un'ampia possibilità di scelta; noi oggi vi prepariamo una versione delle crespelle gorgonzola e radicchio fatte con radicchio trevigiano, gorgonzola, latte, burro, parmigiano grattugiato, sale e pepe.


per 8 crespelle circa:
Burro 40 gr
Farina 150 gr
Latte 300 ml
Sale 1 pizzico
Uova 2
per il ripieno:
Burro 80 gr
Gorgonzola 150 gr
Latte 70 ml
Parmigiano Reggiano grattugiato 100 gr
Pepe q.b.
Radicchio trevigliano 600 gr
Sale q.b.

■ Preparazione:

Per preparare le crespelle gorgonzola e radicchio iniziate con la preparazione delle crespelle setacciando la farina in una ciotola e aggiungendo un pizzico di sale e il latte, mescolando energicamente con una frusta per evitare la formazione di grumi. Unite le due uova precedentemente sbattute sempre mescolando e lasciate la pastella così ottenuta a riposo per un’ora in frigo. Trascorso il tempo di riposo iniziate a cuocere in una padellina antiaderente per crepes le crespelle.

Procedete poi con la preparazione del ripieno tagliando il radicchio trevigiano a listarelle dopo averlo accuratamente lavato. Sciogliete 40 gr di burro in un tegame, aggiungete il radicchio, salate e pepate e lasciatelo cuocere per una decina di minuti con un coperchio. Nel frattempo in un pentolino aggiungete il gorgonzola e il latte, mescolando a fuoco dolce fino ad ottenere una crema.

Amalgamate il radicchio con la crema di gorgonzola e aggiungete 30 gr di parmigiano grattugiato continuando a mescolare. Spalmate sulle crespelle il ripieno di gorgonzola e radicchio.

Piegate le crespelle a metà e poi in quattro disponetele in una pirofila da forno. Corspargetele con il restante parmigiano e con 40 gr di burro fuso, prima di infornarle per 10 minuti a 180° con modalità grill. Servite le crespelle gorgonzola e radicchio ben calde.

TACKLE?

AMORE CONIUGALE?


La polizia di una cittadina del sud-ovest della Germania ha ricevuto una chiamata di soccorso decisamente insolita. Un uomo infatti ha chiamato per chiedere aiuto, perché la moglie voleva costringerlo a fare continuamente sesso.
Un problema che sembra si prolungasse da tempo, dato che l’uomo ha raccontato di avere dormito sul divano per gli ultimi quattro anni, per poter “sfuggire” alla moglie che pretendeva continuamente che lui adempiesse ai “doveri coniugali”, anziché riposare.

Ma dormire sul divano non è bastato, dato che la donna continuava a venire a svegliare l’uomo per chiedergli di fare sesso.
La coppia, che ha due figli, è sposata da 18 anni. Dovremmo dire “era” perché l’uomo ha chiesto il divorzio perché “vuole dormire tranquillo”.