
Sono le una passate. mi chiedo come mai dalla finestra di camera mia non sia buio come da quella del soggiorno. Non mi piacciono le notti chiare, la luna è troppo forte stanotte o forse sono le luci del paese che rimbalzano a modo loro, non so.
Penso ai vecchi che osservo quando mi capita di incrociarli per strada. Immagino i loro visi con trenta, quarant'anni di meno. Penso ai loro sorrisi e ai loro denti. Sono diventato così esperto in questo gioco da incantarmi. Le donne gentili mantengono un vago sorriso, seppure nascosto; quelle altere si fanno magrissime. Gli uomini possono arrivare ad essere persino belli.
Ci sono stati battesimi, comunioni, matrimoni.
Nuovi battesimi, comunioni, matrimoni.
Per quanto tempo ancora saranno i riti a dare il tempo alle nostre vite?
Sono passati anche tanti funerali, mai il loro.
Da ragazzino mi piaceva saltar su e scalare un muretto. Dall'alto vedevo meglio le cose, osservavo con più attenzione il pensiero circolante. Le persone parlano sempre fra se e se. Borbottano, esprimono. Io mi diverto ad ascoltarli, ad immaginare i loro soliloqui. Ogni sussulto un punto di telegrafo.
Sono passati molti anni,ora sono sceso. Ho il culo per terra e la schiena appoggiata al muro scrostato di questa via inumana. Vedo piedi. Ora le ragazze mi sembrano più giovani, non sono più abituato a quell'età.
Una signora piccola mi si accovaccia accanto. Ha occhi grandi e neri e i capelli cortissimi. Ha poca bocca e un gran bel sorriso perduto.
La rivedo. Lei sfonda una risata e mi bacia sulla fronte. Un attimo soltanto.
Nessun commento:
Posta un commento