sabato 19 marzo 2011

PEARL JAM


Agli anniversari non si sfugge . E allora tanto vale dirlo subito: il momento migliore e il peggiore..

“Il migliore, il giorno che il nostro primo disco ha venduto il primo milione di copie . Il momento più basso , il più buio, invece, è stato sicuramente nel 2000, l’incidente di Roskilde in Danimarca, 9 persone schiacciate dalla folla mentre suonavamo. Ancora oggi non trovo parole. Non sapevamo come ricominciare. Poi incontrammo le famiglie di quei ragazzi morti. Ci dissero loro di andare avanti , che i figli ci amavamo”

Com’eravate prima del successo?

“Seattle era una scena piccola. Tutti avevano una band perché nessuno veniva fin là a suonare. E’ nato così quel sound così specifico , così northwest e grunge. Ma non c’erano locali , dovevi inventarti le situazioni . Io suonavo metal con gli Shadow , Stone Gossard e Jeff Ament erano con i Green River. Ci incrociavamo alle feste , parlavamo di musica. Quando mi chiesero di suonare con loro mi emozionai: erano già star , anche se di provincia. Avevamo un seguito di liceali e ragazzine: chi se lo immaginava che quella scena così piccola esplodesse in una cosa tanto grande?”

Con il successo iniziarono le polemiche. Le altre band, Kurt Cobain con i Nirvana in testa, vi accusarono di esservi venduti..

“E’ vero , all’inizio, e non ricordo nemmeno perché , fummo band contro band. Ma le cose cambiarono presto. Kurt aveva i suoi problemi esistenziali e straparlava. Però, prima della sua morte , siamo stati molto vicini. Di lui sono state dette milioni di cose: ma anche noi che lo conoscevamo , quanto lo abbiamo capito?”

Declinaste subito il successo a modo vostro. Rifiutando di girare video , all’epoca tanto alla moda. Dichiarando guerra al colosso Usa dei biglietti , Ticketmaster.

“La faccenda del video fu un’idea di Eddie Vedder , il nostro cantante. Eravamo diventati famosi troppo in fretta e lui pensava che fosse importante tenere i piedi per terra facendo altri concerti. La casa discografica , invece, voleva spremerci , tirare fuori da noi quello che poteva. Eravamo sfibrati. Pronti a scioglierci. E’ accaduto a tante and dell’epoca. Così decidemmo di stare un passo indietro. E fu la decisione giusta. Ci diede respiro , permettendoci di creare il nostro metodo di lavoro. Con Ticketmaster invece fu una battaglia di giustizia. Volevamo tenere i biglietti bassi senza che qualcuno speculasse sul nostro successo”

E come considerate l’escalation dei prezzi di biglietti che c’è stata negli ultimi anni?

“La situazione è tragica. L’economia è crollata e i prezzi dei concerti sono aumentati. La gente non può permettersi cose essenziali , figuriamoci se spende per un concerto. Non facciamo la nostra parte continuando a tenere bassi i prezzi”

Qual è la canzone dei Pearl Jam che preferisce?

“In Hiding , ma forse è solo quello quella che preferisco suonare dal vivo”



Il suono live è sempre stato importante per voi. Tanto da celebrare i vostri vent’anni solo con brani live

“Diamo il meglio dal vivo. Eddie sa come appassionare la folla . Per noi è fondamentale trasformare ogni show in un evento memorabile. Così nel disco abbiamo voluto tener dentro i fan , la vita reale, la carica che ti dà la gente”

Avete sostenuto Barack Obama fin dall’inizio. Dopo due anni , molti sostenitori si sono fatti critici . Voi siete ancora con lui?

“Assolutamente sì , ci ha tirato fuori da 8 anni di oscurantismo. Grazie a lui oggi l’America è tornata ad essere un Paese progressista. Molti lo giudicano severamente , ma non puoi fare cambiamenti profondi in così poco tempo. Non sono mai stato ottimista su questo Paese, ma so che adesso alla Casa Bianca c’è uno sveglio , non un idiota. Sono fiero di lui”

Lo avete mai incontrato?

“No. Ma io sono stato a sue suoi comizi , quando era ancora senatore. All’inizi ero per Hillary , ma qualcuno che mi convincesse davvero. Barack mi convinse”

Ora che potete finalmente dirvi adulti cosa farete?

“Punteremo tutti i nostri guadagni su un cavallo…. Scherzo. Stiamo per registrare un nuovo album, è una notizia che non dovrei rivelare a un giornalista. Entreremo in sala ad aprile. Ed è quasi pronto un film che celebra la nostra storia, Project 20. Perché il miglior modo di guardare al futuro è tenere d’occhio il passato, ed essere ben saldi sul presente. Lasciando che le cose si muovano. L’abbiamo fatto per vent’anni, no?”

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