domenica 8 novembre 2009

IL PASSIVO DEL MIO BILANCIO IDRICO


A livello accademico è ormai notorio il dibattito a dir poco aspro che persevera fra i due più grandi luminari in ambito del trattamento delle disfunzionalità renale.
Sembra di aver fatto un passo indietro nella storia, visto che la contesa riguarda le teorie e gli assiomi di scenziati americani e ukraini. Irene Piss, docente all'università di Florian nel Minnesota, è la più grande esperta mondiale di regolazione fisiologica dei liquidi; Irina Lurina, decana ormai dell'Università di Sbobvsk, vanta una lunga esperienza nella sperimentazione del diabete insipido.
La scienziata americana, nel suo ultimo libro "Quando non ti scappa potrsti esserti pisciata addosso", fa un compendio dei proprio studi sulla metodologia che il nostro corpo utilizza per regolare il corretto livello di liquidi all'interno del nostro organismo. Il meccanismo di regolazione è determinato da quattro caratteristiche fondamentali: la variabile di sistema (la caratteristica che deve essere regolata); un livello di riferimento (il valore ottimale della variabile di sistema); un sensore, che rileva il valore assunto dalla variabile di sistema, e un meccanismo di correzione, che riporta la variabile di sistema al livello di riferimento. Nel caso specifico la Dottoressa Piss individua nel livello dei liquidi intracellulari (quelli che stanno dentro le cellule), nel livello dei liquidi intersiziale (quelli che riempiono lo spazio compreso tra gli interstizi delle cellule) e nel livello dei liquidi intravascolare (quelli che si trovano all'interno dei vasi sanguigni)le variabili di sistema ed il livello di riferimento che l'organismo regola per la propria corretta funzionalità. I sensori segnalano la perdita di acqua (che può avvenire attraverso la purulenta sudorazione o attravero la minizione urinatoria); il sistema di correzione attiva l'azione della bevuta (nella gran parte dei casi attraverso l'introduzione di acqua oligominerale ma anche attraverso bibite gassate, birra, vino, the, caffè, brodo vegetale o animale, sperma condensato).
Il meccanismo di sazietà dovrebbe inibire la funzionalità del sensore ma è appurato che in alcuni casi (ad esempio nei casi di alcolismo o di sensazione d'affogamento o nelle amanti viscerali di sesso orale) esso non funzioni bene.
La stessa Dottoressa Piss spesso si lecca le labbra e ti guarda con uno strano bagliore negli occhi.
La Professoressa Lurina d'altronde esplica le sue tesi nel saggio del 2007 "Portati le taniche dietro", un libro che ormai fa parte della didattica di ogni università del mondo e che visceralmente affronta il tema della perdita eccessiva di acqua attraverso il rene. Il paziente affetto da tale malattia può espellere fino a 25 litri di piscio al giorno. Motivo per il quale l'esimia professoressa sta dando seguito alla sua grande opera nel volume che uscirà ormai verso la fine dell'anno, "Forse ci vuole la cisterna". In sintesi la biblografia della Lurina dedica il maggiore spazio all'attività degli ormoni responsabili della quantità di sodio e di acqua espulsi dal nostro organismo: l'aldosterone e la vasopressina. L'Aldosterone, secreto dalla corteccia surrenale, provoca la ritenzione di sodio da parte dei reni. La Vasopressina, prodotta dall'ipofisi posteriore, induce i reni ad espellere un'urina più concentrata, come conseguenza di una maggiore ritenzione idrica.
Il dibattito fra le due contendenti si riduce poi a chi fra le due abbia consigliato per prima che è bene lavarsi le mani dopo aver pisciato.
In Italia, la dottoressa Rosa Lavescica, dell'università di Foligno e Urbino, è ferma nelle sue convinzioni: "quando ho sete bevo, quando mi scappa da pisciare, piscio".
La mia conclusione personale è che ho l'ipofisi impazzita.

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