sabato 26 febbraio 2011

L'ULTIMA RIUNIONE


Mi è successa una roba strana.
L'altro giorno mi sono imbattuto in una riunione aziendale e per caso mi sono messo ad ascoltare. Certo non lo facevo con molta attenzione, visto che dovevo guardare il culo alla Falcetti, quella dell'ufficio risorse umane, ma qualche stralcio vocale ho dovuto per forza recepirlo. Già però mi è sembrata inusuale la disposizione in cui i miei colleghi si erano seduti: non in cerchio o seduti intorno ad un normale tavolo rettangolare ma bensì come una commissione d'esame, fianco a fianco, in modo che nessuno poteva guardarsi in faccia. Magari potevi dare un'occhiata a chi ti stava accanto ma certo non potevi chiacchierare delle canzoni di Sanremo con chi stava dalla parte opposta. Mi sono reso conto anche che io, distrattamente, avevo preso l'unica seggiolina con lo schienale rotto, e mi ero posto proprio di fronte alla commissione: "cazzo" mi son detto: "eccoci, ora son cazzi miei... non ho studiato manco per oggi... vediamo... ah! mio nonno è stato male, aveva l'acne, oppure potrei dire che è morta mamma, sì, questa forse potrebbe funzionare.
E invece no! ho capito che chi parlava proprio non mi vedeva! ho provato a sbilanciarmi dalla sedia, a fare gesti; ho provato pure a fare il verso del palombo a fette ma nulla, niente, come se non ci fossi. E ho anche notato che parlava solo una persona: era un monologo... sentivo strepitare, declamare, inveire e argomentare, ma ora ero io che mancavo di uno dei miei sensi: non sentivo! Dunque, loro non mi vedevano ed io non li capivo. Ho pensato a cosa avessi fumato stamani, nel cesso delle femmine, ma no, era solo misticanza seccata col rotowash....
Poi ho visto chi parlava alzare le mani al cielo. E le ho visto prendere un pacchettino di cracker alle erbe amare, iniziando ad aprirlo e a dividere ogni fetta nelle due porzioni. Un po' come quando bisogna staccare i bollettini seguendo la linea tratteggiata. Non ci riesco mai. Ma lei era bravissima e riusciva a separare i cracker senza perderne un frammento. Mi ha porto il primo cracker e mi ha guardato fisso negli occhi. Era tutta vestita di azzurro, fredda come i suoi occhi polari, masticava una Vigorsol e compiendo solennemente il gesto mi ha detto: "prendi e mangia, fallo in memoria di me". Merda, mi son detto, questa ha roba migliore della mia, mi devo far presentare il suo pusher. Poi ha preso un bicchiere tecnico e l'ha riempito di Pepsi Light al limone e me l'ha offerto, sempre per primo: "bevi, questo è il simbolo dell'alleanza, in remissione delle tue pene". Ero sconvolto, per un microsecondo ho distolto lo sguardo dai glutei delle risorse umane. Tutti stavamo mangiando cracker integrali e Pepsi Light al limone per direttiva aziendale, c'era costernazione. Mi sono pure accorto che Lei era scalza e aveva i piedi immersi in una bacinella di acqua dove un tipo belloccio e smunto le stava pulendo l'alluce visibilmente gonfio (gotta, presumo). Lei si è alzata e a calcato ancora parole per me incompresibili: "Io sono il grande cracker del Brain Storming! chi è con me seguirà un'ideale ipocalorico: niente più fame e sete!!!".

Ero basito, non capivo più nulla: ah, ero tornato a guardare il culo alla Falcetti.

Accanto a Lei ho visto poi muoversi un piccolo panciotto, che ho poi capito fosse un ometto, che si gonfiava come il rospo delle favole. Mi guardava tetro e interessato. "Che cazzo vorrà questo?" mi son chiesto, ma lui non ha fatto altro che far guizzare la sua lunga lingua da camaleonte verso l'ultimo cracker al miglio, masticando e facendo il ruttino. Lei lo ha accarezzato e lui ronchiava. Sbaluginando uno sguardo infido ed avido.

Fuori Gerusalemme stava festeggiando con fervore la pasqua e a me è venuta una gran voglia di bere un bel bicchiere d'acqua.

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