sabato 20 marzo 2010

LA FINESTRA


Non voglio essere disturbato quando mi fermo davanti alla finestra. Succede sempre più raramente. Tengo i gomiti appoggiati sulla pietra serena ed i palmi delle mani come travi dei miei pensieri. A dire il vero, non ho capito se questo possa essere definito "pensare", forse è solo un cedimento alla seduzione della mia vanità. E' come guardarsi allo specchio. Le nuvole vermiglie insorgono basse e rendono cremisi la dolcezza delle colline; rosseggiano alle guance che le guardano. Accade che l'aria sappia di basalto, di musica nostalgica e che ogni particella m'assalga. E' come se lo specchio potesse avere la meglio e riuscisse, in qualche modo, a far tornare l'immagine riflessa, fisicamente in me.
Respiro profondamente. Sento un sano freddo. Mi dà pena lasciarti, finestra.... non so quando succederà ancora d'incontrare la mia anima che s'aggira da queste parti.

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