venerdì 31 dicembre 2010

POCA VOGLIA DI LAVORARE


Una donna spagnola, Sandra Tejero, di Barcellona, è stata licenziata per “assenze ripetute e non giustificate” dal posto di lavoro, un negozio di animali.

Solo che la Tejero una buona motivazione per le assenze (che qualcuno evidentemente non ha notato essere anche consecutive): era in coma in seguito ad un incidente stradale.

Evidentemente nessuno al lavoro ha pensato minimamente di preoccuparsi di scoprire come mai la donna non si presentava al lavoro da qualche giorno, prima di decidere per il licenziamento.

TARTUFINI DI FORMAGGIO AI QUATTRO COLORI


Ingredienti per le palline:
Fontina
50 gr
Gorgonzola
50 gr
Groviera
50 gr
Parmigiano Reggiano
grattugiato 50 gr
Ricotta
di mucca 200 gr
per ricoprire:
Erba cipollina
tritata 2 cucchiai
Papavero
semi 2 cucchiai
Peperoncino
dolce in polvere 2 cucchiai
Sesamo
semi 2 cucchiai

■ Preparazione:
Togliete la crosta ai formaggi che la possiedono, e tagliate a pezzetti la fontina e il groviera. Metteteli in un mixer e tritateli finemente per qualche minuto, poi aggiungete la ricotta, il gorgonzola e il Parmigiano grattugiato, e riprendete a frullare per altri due minuti, finchè il composto abbia una aspetto cremoso e omogeneo.

Mettete poi la crema ottenuta in un contenitore munito di coperchio e ponetelo in frigo per almeno un paio d’ore.
Preparate quattro ciotoline, nelle quali porrete separatamente, l’erba cipollina tritata, i semi di papavero, i semi di sesamo e la polvere di peperoncino dolce (o paprika).

Trascorso il tempo necessario, togliete il composto di formaggio dal frigorifero, e con l’aiuto di un cucchiaino, prelevate ogni volta una quantità tale di crema di formaggio da formare, con i palmi delle mani, delle palline poco più grandi di una nocciola, che farete rotolare, alternativamente nelle 4 ciotoline precedentemente preparate.

Posizionate i tartufini già pronti su di un piatto da portata oppure in simpatiche pirottine.

■ Consiglio:
Preparate il composto di formaggio la sera prima della preparazione finale, cosìcche la mattina seguente sia ben freddo e duro: sarà infatti più semplice da maneggiare per formare le varie palline.

domenica 26 dicembre 2010

AMERICAN IDIOT


Qualche tempo fa, Wikler Moran-Mora, di Tampa (Florida), ha inviato un sms a sua moglie, avvertendola che era stato rapito e che non sarebbe stato liberato finché non avesse pagato un riscatto.

Nonostante messaggi successivi invitassero la moglie a non chiamare la polizia, la donna ha avvertito le autorità, che hanno iniziato una caccia all’uomo.

Gli agenti sono riusciti a rintracciare l’uomo dal segnale del suo telefono cellulare, ed hanno avuto una sorpresa: hanno trovato l’uomo in un supermercato, che ha dovuto spiegare loro la verità, e cioè che aveva mandato quei messaggi alla moglie perché è la migliore scusa che gli è venuta in mente per passare la notte fuori, con un’altra donna.

La polizia ha commentato “siamo sollevati che non ci fosse una reale emergenza”, ma l’uomo è stato denunciato per procurato allarme. Moran-Mora, intervistato dai giornalisti, ha raccontato di “avere risolto” la questione con sua moglie.

TEMPO - ADA NEGRI


Giorno per giorno, anno per anno, il tempo
nostro cammina! L'ora ch'è sì lenta
al desiderio, tu la tocchi infine
con le tue mani; e quasi a te non credi,
tanta è la gioia: l'ora che giammai
affrontare vorresti, a cauto passo
ti s'accosta e t'afferra - e nulla al mondo
da lei ti salva. Non è sorta l'alba
che piombata è la notte; e già la notte
cede al sol che ritorna, e via ne porta
la ruota insonne. Ma non v'è momento
che non gravi su noi con la potenza
dei secoli; e la vita ha in ogni battito
la tremenda misura dell'eterno.

venerdì 24 dicembre 2010

TUTTO PICCOLINO


Tutto piccolo e scintilline,
schegge di luce bianca
e perline capriole.
Cioccolatini colorati,
bocche aperte piccoline
e giganti gli occhi.

Sassolini e crosticine,
polvere di crepuscolo
e automobiline.

E lo stupore del mio primo orizzonte

Note piccoline a goccioline
riso, grano e granella.
L'erba alta e rane stagni.
I girini
e il verde delle lucertole.
I primi occhi hanno bocca vermiglia.

E lo stupore del mio primo orizzonte.

IL MOVIMENTO DEL SOGNO


Lasciate andare il sogno,
quello che muove le vene
e costruisce mura più alte
di mani operose.

E' l'amore,
il movimento del sogno,
quello che sopisce la fame.

LA PENSO CON DOLCEZZA


La penso con dolcezza,
col sottofondo di mare
e gli alberi altissimi
che si flettono un poco.

La penso con una mano
sul palmo di Vittoria
ed il frastuono lontano
d'un carico di nuvole.

Solo qualche minuto
di nascosta consapevolezza
per lasciare l'immagine
al tepore dei baci leggeri,
quelli di chi mi vuole bene.

domenica 19 dicembre 2010

SENZA FINE - GINO PAOLI




Senza fine,
tu trascini la nostra vita,
senza un attimo di respiro
per sognare,
per potere ricordare
quel che abbiamo già vissuto.

Senza fine,
tu sei un attimo senza fine,
non hai ieri e non hai domani
tutto è ormai
nelle tue mani, mani grandi
mani senza fine.

Non m'importa della luna,
non m'importa delle stelle.
Tu per me sei luna e stelle,
tu per me... sei sole e cielo,
tu per me sei tutto quanto,
tutto quanto... voglio avere.

. . . . . .

Non m'importa della luna,
non m'importa delle stelle.
Tu per me sei luna e stelle,
tu per me sei... sole e cielo,
tu per me sei tutto quanto,
tutto quanto voglio avere.

Senza fine,
la la là la la là la là la

TIZIANO


Un alba meravigliosa. Le montagne sono bianchissime e vicine come non mai, la neve dà loro una leggerezza che avevo prima visto. E' la loro continua e mutante bellezza, la loro stabilità che dà questa impressione del divino. Che cosa può essere il divino se non bellezza, stabilità, questo senso di grandezza, questa allusione a tutto ciò che l'uomo non può essere.

MATRIX


Lawrence Fishburne a Keanu Reeves:

- Ti interessa sapere di che si tratta? Che cos'è? Matrix è ovunque. E'intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. E' quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. E' il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.

KAHLIL GIBRAN


Nessuno può insegnarvi nulla tranne ciò che già sonnecchia nei prati della vostra coscienza.

COLETTE


“Seduta nella sua poltroncina di paglia, mia madre macinava il caffè fragrante che ella stessa tostava.

Le ore del mattino le furono sempre clementi; ella portava sulle guance i loro colori vermigli”

"La maison del Claudine" - 1922

HUMOR INGLESE

UNA SETTIMANA DI MISFATTI


Sabato 11 dicembre- I Finiani confermano d’essere tutti uniti sulla sfiducia. Bene. Attendiamo sfiduciosi.
- Manifestazione PD. Bersani sale sul palco e si commuove per l’entusiasmo della folla: per così poco.
- Napolitano in visita a Vienna. Un piacevole diversivo: le palle di Mozart anziché quelle di Berlusconi.

Domenica 12 dicembre- Fini avverte il Premier che, dal 15 dicembre, FLI sarà all’opposizione. “Allora anche noi!” gli ha fatto eco Bersani.
- Dieci anni fa la lobby Alemanno riempì di parenti e amici l’Agricoltura. Serviva concime.
- Berlusconi annuncia ai suoi per domani un discorso di alto profilo. Naturalmente, il profilo non sarà il suo.

Lunedì 13 dicembre- Voto di fiducia incerto fino alla fine. Non sai mai quando ti arrivano, i bonifici.
- Alla Mussolini che lo interompeva Fassino dà di nuovo della “vajassa”. Alessandra ha reagito come: f.s. (dial.) Donna sguaiata e volgare incline al pettegolezzo e alla rissa.
- Berlusconi: “La notte porta consiglio”. Lui, come sempre, ci tromberà su.

Martedì 14 dicembre- Al Senato fiducia scontata. Alla Camera, invece, Berlusconi l’ha dovuta pagare a prezzo pieno.
- Sudan. Donna frustata in strada. I poliziotti ridono. Soprattutto quelli col cappuccio e le manette.
- Wikileaks rivela: “Berlusconi usa il suo potere per favorire Mediaset!” Certo che non gli si può proprio tenere nascosto niente a questo Assange!

Mercoledì 15 dicembre- La Polidori replica a Barbareschi di non aver niente a che fare con il CEPU. Ha preferito dare la fiducia a Berlusconi, per non saper leggere né scrivere.
- Berlusconi ora pensa ad un allargamento. Perché nell’allungamento, ormai, non ci spera più.
- Berlusconi dice di avere ancora molti posti liberi nel Governo. E comunque la Polidori e la Siliquini possono stare sulle sue ginocchia.

Giovedì 16 dicembre- Berlusconi: “Unirò i moderati”. Nel senso che passerà a saldarli.
- Trovato il legame tra PdL e CEPU. Ma il Trota continua a negare.
- Vespa mostra il plastico di Montecitorio. Dalla ricostruzione sembra si sia trattato di un suicidio.

Venerdì 17 dicembre- Berlusconi: “Altri otto sono con me”. Se si conta anche Biancaneve.
- Bagnasco benedice il voto di fiducia. Il Vangelo, infatti, dice che non si può servire Dio e Mammona, ma di Papino non ne parla.
- Calcio. Il Bologna a Zanetti, ma mancano le firme. “Serve niente?” Ha chiesto Napolitano.

DENZEL WASHINGTON





INTERVISTA A STEFANIA SANDRELLI


Il suo primo film, “Christine” (Produzione Cinema11 e Diva in collaborazione con Rai Cinema), parla di un personaggio poco conosciuto, Cristina da Pizzano, una scrittrice vissuta in epoca medievale. Cosa l’ha spinta ad intraprendere questa avventura?
«Brava, ci hai preso in pieno! Si è trattato proprio di un’avventura. Ed è stato bellissimo realizzare un piccolo film che sicuramente è riuscito bene! Un po’ di tempo fa, in occasione del Natale, mi trovavo in via Cola di Rienzo, a Roma, per comprare qualche libro. Guardando tra gli scaffali, vidi una miniatura raffigurante una donna che mi colpì per il suo abbigliamento, semplice ed essenziale. Presi il libro e mi piacque talmente tanto ciò che lessi che, per 5 anni, ho rimuginato. Dopo averne misteriosamente perso le tracce, l’ho ritrovato ed ho sottoposto la mia idea a persone esperte che stimo e tutti mi hanno detto che c’erano le basi per raccontare una storia con una sua validità».

La scelta di un personaggio femminile forte: un interesse frequente nella sua carriera.
«Sono donna, ho sempre rappresentato le donne nel mio lavoro. è un mondo che mi appartiene e mi piace rappresentarlo. Ho anche una figlia femmina (Amanda avuta da Gino Paoli – ndr), oltre ad avere un maschio (Vito, nato dal matrimonio con Nicky Pende - ndr). Le donne mi sono care ed è questa la causa maggiore per cui scelgo questi personaggi».

Come regista cosa ha imparato?
«Il mio lavoro di regista è stato possibile perché in questi anni ho appreso dai grandi con i quali ho lavorato, essendo io una persona molto curiosa. Da regista ho potuto imbastire una storia che mi ha fatto capire da dove veniamo noi donne, da dove comincia quel percorso che ci ha portato alla consapevolezza, in un periodo buio come poteva essere il Medioevo in cui tutto era negato».

E oggi, come è la condizione delle donne?
«Qualcosa è cambiato rispetto al Medioevo! Ma penso che alla donna non sia dato il rispetto che è loro dovuto. Non è un periodo semplice. E basta ascoltare la tv e guardarsi intorno per rendersene conto».

Protagonista del film sua figlia Amanda.
«Ora che abbiamo ultimato il lavoro, lo posso dire: mia figlia è stata una creatura straordinaria, è stata paziente, sensibile, oltre ad essere una brava attrice!».

Prima di intraprendere la carriera cinematografica, cosa pensava di fare da grande?
«(Ride divertita – ndr). Studiavo ballo e volevo dedicarmi alla danza classica. Ero una pazza, lo so. Ho studiato 7 anni, mi piaceva moltissimo, ma poi il cinema mi ha rapita, per fortuna! Devo dire che anche ora mi piace ballare, anche se ho poche possibilità di farlo: c’è un tempo per tutto. Ma ho ballato tanto nella mia vita…».

I suoi genitori, Otello e Florida, cosa hanno detto?
«Mio padre voleva che diventassi attrice! Lui morì quando avevo 8 anni e da quel momento tutti i fratelli dei miei genitori sono diventati come dei padri per me. La maggior parte di loro, però, non voleva che facessi cinema. è stata mia madre a dire “sì”!».

Il suo primo provino?
«Dopo aver ottenuto il permesso dalla famiglia, venni a Roma accompagnata da mio fratello Sergio per il provino del film “Divorzio all’italiana”. Fu tutto molto semplice: Germi, il regista, mi fece stare di spalle rispetto alla macchina da presa, poi mi chiamò per nome e poi mi chiamò con il nome del personaggio».

Ha lavorato con grandi personalità del cinema: cosa porta dentro di sé?
«Tutte le persone con cui ho lavorato mi hanno preso per mano e mi hanno fatto fare una bella corsa, un bel salto in avanti. Devo dire che questi grandi hanno una cosa in comune che mi ha sempre colpito: sono stati e sono persone che, pur essendo maschi, a cui piacciono anche molto le donne (!), hanno tutti una personalità femminile».

Ha ricevuto innumerevoli premi e riconoscimenti nel corso della sua carriera: cosa le ha dato e cosa le ha tolto la popolarità?
«Ho sempre intuito il pericolo che c’è dietro le medaglie e la popolarità: dietro la ‘positività’ ci può essere una trappola, essendo io una bella ragazza. Ero consapevole del mio aspetto fisico, anche se non mi sono mai trovata bella tour court. Comunque, proprio per questo, ci potevano essere delle insidie. Perciò, ho basato tutto sulle scelte, ponderate ma mai studiate a tavolino. Ragionate, ma poi determinate dalla passione. Non si può pensare che uno faccia un lavoro così particolare e pazzo, per avere un divano più bello dell’altro. Non ci sono soldi che tengono. Il cinema è fatto di amore».

Quando nel 2005 le è stato consegnato il Leone d’Oro alla carriera, il riconoscimento è stato accompagnato da queste parole: “Moderna e modernista, Stefania è il cinema italiano”: lei come si considera?
«Un giorno un giornalista mi ha definito “il termometro del cinema italiano”. E penso che questa cosa calzi a pennello rispetto al mio percorso. Ho lavorato con tanti attori e registi straordinari e penso che quello dell’attore non è solo un hobby, ma è un duro lavoro: le persone che resistono negli anni sono degli eroi!».

Il cinema italiano di cosa ha bisogno?
«Di produttori! Lo dico da attrice e da regista. Penso che uno degli ultimi grandi produttori, a parte quelli che hanno collaborato con me, sia stato Franco Cristaldi: lui era il padre di un film, se ne faceva carico, lo progettava, lo difendeva. Il parametro di un film non è solo il dio soldo. E per quanto riguarda noi autori dovremmo celebrare meno noi stessi, guardare oltre il nostro naso e mettere in scena bei lavori».

Altri progetti come regista?
«Per ora mi fermo! Per realizzare “Christine” avevo un piccolo budget derivato in parte da un finanziamento pubblico, in parte da piccoli finanziatori e poi da Rai Cinema. E, ci tengo a dirlo, io non ho preso un soldo da questo progetto. Ho goduto molto, ma anche faticato un bel po’! Ora mi riposo».

La vedremo in tv?
«Non comparire in tv è quasi un lusso! Per come è la televisione adesso, sono contenta di non esserci. Penso che abbia toccato il fondo. Tranne poche trasmissioni. Spero di partecipare ad un buon progetto»

Che ruolo ha la famiglia nella sua vita?
«Io sono una persona libera, sia rispetto alla mia famiglia d’origine che in quelle che ho creato. Nella libertà, tuttavia, i legami familiari hanno un ruolo preponderante. Io ho il pregio - che mi autoriconosco – di non lamentarmi mai, ma dico sempre bonariamente che sono l’ultima ruota del carro in famiglia, nel senso che non riuscirei mai a star bene se so che qualcuno a me legato non sta bene. Siamo incatenati nel bene e nel male alla famiglia. Ci vuole molta responsabilità per mantenere questa libertà e un grande affetto».

Le sue passioni sono la famiglia, il cinema e il vino, tanto da produrne uno, Acino D’Oro, un Chianti Classico Docg.
«Io, Giovanni (Soldati, regista e suo compagno – ndr) e Sandro Bottega produciamo da 15 anni un rosso che è nato, parafrasando la canzone di Gino Paoli, tra quattro amici al bar. Stavo girando in Toscana il film “Io ballo da sola” di Bertolucci, ed una sera, davanti al fuoco di un camino, bevendo del vino, ci siamo guardati e abbiamo pensato di farlo. È una cosa nata dall’amicizia. È un vino generoso».

Cosa non manca mai sul suo comodino?
«Sul mio comodino non manca mai una lampadina, una lucetta che amo, che mi assomigli, che sia semplice, che stia bene, che non si rompa, che possa durare. Mi piacciono le cose che durano, non quelle che si rompono».

Di che colore è Stefania?
«Penso ad un rosso bordeaux»

Che tipo di donna è?
«Sono due donne in una – in realtà sono tante donne - con la testa per aria e i piedi ben piantati per terra!».

WALKER EVANS





ALBERO DI NATALE


1 Finto o no è un falso problema. Il vero dubbio è: verde o bianco? 2 Le decorazioni monocromatiche sono roba da grandi magazzini: l’albero di Natale è necessariamente pacchiano. 3 Il numero di palle di Natale non deve superare quello dei rami dell’albero. 4 Per tenere gli amici alla larga dalle leccornie appese all’albero, spruzzale di lacca. 5 Se l’albero di Natale condominiale è più bello del tuo, il prossimo anno datti al presepe.

PASOLINI INTERVISTA GIUSEPPE UNGARETTI

I DOLORI DEL GIOVANE DEL GIOVANE WALTER - LUCIANA LITTIZZETTO


Per noi la Jolanda è un oggetto d'uso. Ci basta che funzioni bene e fine. Per i maschi, invece, il Walter è come l'automobile: uno status symbol. Allora ecco che inventano la pomata che lo fa risvegliare di colpo: da spinacio a zucchina in un nanosecondo. E per te maschio che soffri di caduta libera, che hai il walter che fa bungee-jumping, c'è la calamita che te lo tira su come il ponte levatoio dei castelli. Senti anche il rumore: sradadadadan... E poi c'avete sfrantecato con 'sta storia del vostro lato femminile. Non ne possiamo più di vedere uomini che si depilano, tutti Ponzi Depilati. I maschi di oggi son tutti senza peli come pesche noci. Certo, anche noi donne abbiamo i nostri sporchi trucchi. Tipo il Virginity Soap, un sapone che serve a ricostruire la verginità. Se prima della insaponata la vostra Jolanda era una autostrada a quattro corsie, dopo diventa una mulattiera. Se prima era una saccoccia da grembiule, dopo diventa un'asola. Se prima era una nave scuola, dopo diventa una gondola." Parlare di Walter e Jolanda è un modo per parlare del mondo. Luciana Littizzetto lo ha capito. Nelle sue pagine i nostri organi genitali diventano qualcosa di superiore, quasi metafisico: lo yin e lo yan, i due assi cartesiani dell'universo. E come per magia la comicità si allarga e diventa satira.

CHRISTMAS LIGHTS - COLDPLAY



Christmas night, another fight
Tears we cried a flood
Got all kinds of poison in
Poison in my blood

I took my feet
To Oxford Street
Trying to right a wrong
Just walk away
Those windows say
But I can't believe she's gone

When you're still waiting for the snow to fall
Doesn't really feel like Christmas at all

Up above candles on air flicker
Oh they flicker and they float
But I'm up here holding on
To all those chandeliers of hope

Like some drunken Elvis singing
I go singing out of tune
Saying how I always loved you darling
And I always will

Oh when you're still waiting for the snow to fall
Doesn't really feel like Christmas at all

Still waiting for the snow to fall
It doesn't really feel like Christmas at all

Those Christmas lights
Light up the street
Down where the sea and city meet
May all your troubles soon be gone
Oh Christmas lights keep shining on

Those Christmas lights
Light up the street
Maybe they'll bring her back to me
Then all my troubles will be gone
Oh Christmas lights keep shining on

Oh Christmas lights
Light up the street
Light up the fireworks in me
May all your troubles soon be gone
Oh Christmas lights keep shining on

AM


Dovresti leggere i saggi,
quelli indiani,
nepalesi
europei e balcani.

Quelli americani
giapponesi o toscani.

Le parole hanno suoni
diversi e significati
soliti.

Le espressioni visi
diversi e conforto
identico.

In tutti i posti del mondo
ci sono persone
che parlano di te.
La felicità
dioono
è fare come te.

MICHEAL JORDAN

MEDITAZIONE SULLA SOLITUDINE E L'ISOLAMENTO.


A volte preferiamo evitare il contatto con le persone, e se qualcuno ci rivolge la parola la percepiamo come una intrusione

SATAN SELLER

LA SINTESI DELLA BOTTIGLIA


Ero una bottiglia piena.
Quando sono stata messa sul tavolo lo ero fino all'orlo e sentivo in capo il solletico del tappo a corona.
Sentii uno strappo metallico e una filettatura dura slabbrarmi leggermente; un lungo brivido sul collo.
Avevo perso la mia protezione verso il mondo esterno; sentivo un ribollire violento e continuo salire dal fondo verso lo stretto finale.
Così sono rimasta per anni su questo tavolo, riscaldata dal tepore della finestra che ho davanti; protetta dalle ombre lente degli inverni.
Un continuo abbassarsi di serranda.
Un continuo alzarsi di serranda.
Così i giorni e le settimane. E così via.

Il tempo non sembra avere scalfito la mia veste spessa e verde.
Ma nel momento in cui sento troppi rumori intorno a me, nell'attimo che mi attraversa di facce nuove, poco conosciute e giovani, ora mi guardo dentro.
E di tutto il liquido che riempiva i miei vuoti di passione e brio non è rimasto che poche gocce.
Sono tre o quattro. E sono quelle che rimangono, quelle che sono lì non si sa bene perchè, che al fine sono state distillate.
Le guardo giù in fondo e mi accorgo di conoscerle da sempre, attaccate da una vita alla mia pancia di vetro. Mi accorgo di averle sentite nascere, so che mi hanno cambiato la vita, sono davvero la sintesi della bottiglia.

PER B. - ATTILIO BERTOLUCCI -


I piccoli aeroplani di carta che tu
fai, volano nel crepuscolo, si perdono
come farfalle notturne nell'aria
che s'oscura, non torneranno più.

Così i nostri giorni, ma un abisso
meno dolce li accoglie
di questa valle silente di foglie
morte e d'acque autunnali

dove posano le loro stanche ali
i tuoi fragili alianti.

CHANEL N. 5

BRASATO AL BAROLO


Il brasato al Barolo è un piatto tipico della tradizione culinaria Piemontese molto gustoso ma altrettanto laborioso nella preparazione.
Questa ricetta è sicuramente una delle più rappresentative del Piemonte per l'utilizzo, innanzitutto, del Barolo, tipico vino di questa regione, ed in secondo luogo della carne di bovino piemontese, il fillone, allevato con dei criteri particolari.
Per quanto riguarda l'origine del brasato al Barolo, non si sa molto, anche se il metodo di cottura per la preparazione del brasato era conosciuto già in antichità.
Naturalmente, l'aggiunta del Barolo ha dato alla ricetta quel tocco in più, quell'aroma particolare ed il gusto inconfondibile che fanno del brasato al Barolo una delle ricette più conosciute ed apprezzate della cucina Italiana, anche all'estero.

Ingredienti:
Aglio 1 spicchio
Alloro 2 foglie
Burro 40 gr
Cannella 1 pezzetto
Carne bovina vena o cappello di prete 1kg
Carote 2
Chiodi di garofano 3
Cipolle 1
Olio 3-4 cucchiai
Pepe 4 grani
Rosmarino 1 rametto
Sedano 2 costole
Vino Barolo 1 bottiglia

Preparazione:

La prima cosa da fare nella preparazione del brasato al Barolo è fare marinare la carne, prendete il trancio di carne, asciugatela dall'eventuale residuo di sangue e ponetela in una capiente terrina.
Mondate le verdure e tagliatele tutte a cubotti e trasferite nella stessa terrina con la carne; aggiungete il Barolo, coprite con pellicola per alimenti e lasciate marinare il tutto per 12 ore in un posto fresco.

Trascorse le 12 ore, prelevate la carne dalla marinata e ponetela su un tagliere e asciugatela leggermente; fate fondere in una casseruola il burro insieme all'olio e fate rosolare la carne per circa 5 minuti per lato, fino ad ottenere la crosticina tipica degli arrosti.


A questo punto, prelevate le verdure e le spezie dalla marinata e aggiungetele alla carne in cottura.
Fate cuocere le verdure con la carne per circa circa 15 minuti in modo che inizino a intenerire; procedete ora a versare anche la marinata (eventualmente riscaldata qualche minuto in microonde) alla carne e alle verdure; alla carne e alle verdure; incoperchiate e fate sobbollire per almeno 2h a fuoco dolce.
Una volta brasata la carne, toglietela dalla casseruola e mantenetela in caldo mentre preparate il sughetto che la accompagnerà: passate tutte le verdure insieme al vino con un mixer ad immersione) e rimettete il sugo ottenuto sul fuoco per farlo addensare.
Regolatelo di sale, facendo attenzione a non esagerare visto che avete precedentemente sfregato la carne col sale.
Portate il tutto a bollore per qualche minuto, quindi ancora caldo versatelo sul brasato affettato...ed ecco pronto il vostro brasato al Barolo.

■ Consiglio
Questa pietanza è ottima se accompagnata con piatti come il purè di patate o la polenta, in modo da formare un gustosissimo piatto unico.
Se volete ottenere più sughetto, ricordate che basterà aggiungere più verdure (in particolar modo carote e cipolle) durante la cottura.
Inoltre, per rendere lo stesso più sughetto più denso, basta aggiungere una patata a metà cottura in modo che l'amido possa far addensare il tutto.

■ Curiosità
Se non avete a disposizione del Barolo ma volete consumare del vino rosso che avete in casa, potete farlo tranquillamente aumentando il tempo di marinatura ad almeno 18- 20 ore.
Naturalmente per la ricetta in sè, sarebbe meglio utilizzare il Barolo o altri vini derivati dall'uva nebbiolo, ad esempio il "Ghemme", che esaltano il sapore della carne.

GRACE KELLY





CAMBIA LAVORO!


Probabilmente pensava che fosse un colpo facile, Raymond Lewis Shepard, quando ha deciso di rapinare un’anziana in un parcheggio di un supermercato, la 69enne Carol J. Costello.

Shepard, con un complice, ha tagliato la strada all’auto della donna, ha estratto la pistola e con il calcio dell’arma ha rotto il finestrino. Solo che nell’operazione la pistola gli è sfuggita di mano, finendo in grembo alla donna, che prontamente ha impugnato l’arma e glie l’ha puntata contro.

Shepard allora ha pensato bene di darsela a gambe correndo alla macchina del complice, ma nella concitazione ha anche perso il telefono cellulare, che la polizia ha utilizzato per rintracciarlo ed arrestarlo.

mercoledì 15 dicembre 2010

OGNI RUMORE LASCIO'


Il mare si fermò
facendoci sentire
l'ultimo dondolìo.

Fuggirono gabbiani
e l'ultima foschia.
Tutte le correnti
staccarono energia.

Distendemmo l'anima
come acqua libera
sottofilo alla porta.

Ogni rumore lasciò
a noi.

Elizabeth Barret Browning


Se devi amarmi amami solo per amore.

lunedì 13 dicembre 2010

WALT DISNEY


1 Dumbo andrebbe vietato ai minori di 18 anni. 2 La tipica principessa Disney tende a mettersi nei guai da sola e a farsi salvare da qualcun altro. 3 Per scoprire il lato nascosto di Disneyland, lascia a casa i figli e vacci sotto effetto di stupefacenti. 4 Gli animali che parlano passi, ma quelli che cantano no. 5 Ribellati al buonismo disneyano: spiega a tua figlia che la Sirenetta in realtà finisce male. Molto male.

EUGENE ATGET