domenica 5 dicembre 2010

ALLE SPALLE.


Ogni mattina mi sono alzo per fare la mia passeggiatina, è una buona abitudine che ho appreso poco dopo aver compiuto i quarant'anni.
Lo faccio quasi esclusivamente per avere la possibilità ed il tempo di osservare. Intendo in verità qualcosa di più; si tratta, in fondo, di una mia volontaria propensione al naturale decadimento, a una specie di senso del divenire, di estraniamento. Mi perdo ma mi ritrovo, questo sembra essere il risultato. Stamani il cielo è leggermente offuscato, le nuvole sono basse e sembrano arrabbiate, ma non ancora minacciose. Il cielo s'affaccia negli stralci ed è grigio e compatto, come una tenda di tessuto pesante.
Continuo a camminare fino al piccolo ciliegio selvatico, vicino al quadrivio che porta verso il piccolo cimitero di Romita o verso la chiesetta, sul lato opposto.
Esco dalla strada maestra e comincio a camminare per i campi. C'è un'oliveta spenta dei suoi migliori argenti, poi un lungo tratto di terreno fangoso e brullo. Così giungo alla meta, sul bordo d'un crinale che dà su un grande bosco. Gli alberi sembrano trattenuti dal precipitare e scolorano nell'estasi assoluta. Una lunga e impagabile poesia vegetale. Rimango lì per un tempo che non so dire. Sì, il tempo sparisce, lo spazio pure. Mi perdo ma mi ritrovo.

Non ho il tempo di voltarmi verso l'intuizione dello scricchiolìo. Sento solo caldo, tanto caldo. Un fuoco immenso e invadente che m'arrossisce le viscere. Il quadro di betulle e larici pare oscillare, quasi lacrima.
Ma sono le mie guance che rigandosi s'ingrossano.
S'affievolisce questa luce nuova e mattutina; torna il celestino dell'ultima notte.
Ora capisco. Ora sento che sto morendo, ora avverto il miasma del fiato caldo che mi fa rabbrividire la nuca. Piego il collo verso destra e vedo la faccia dell'uomo che mi sta dietro; lui di risposta affonda con forza la lama sotto la scapola sinistra.
Sento uno strano rumore di macelleria.

Così vengo ucciso dall'uomo, e non poteva capitare diversamente.

Nessun commento:

Posta un commento