domenica 30 agosto 2009

AGORA

VICHINGHI

NAZIM HIKMET

Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so cosa contenga e da chi
pieno di gioia pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
Ti amo come qualche cosa che si muove in me
quando il crepuscolo scende su Istanbul a poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo

LORENZO CHERUBINI

MEDITAZIONI SULLA VITA NELL'ABBONDANZA


Siamo tutti essere sociali. Quando viviamo in un ambiente amichevole siamo automaticamente più fiduciosi e più felici

PIERO CIAMPI. UNA VITA A PRECIPIZIO


Nel 1980, venticinque anni fa, moriva il cantautore livornese Piero Ciampi. La sua carriera discografica era iniziata nel 1963 ma Ciampi non raggiunse mai la notorietà e i suoi dischi rimasero invenduti. A parte pochi addetti ai lavori e pochi intellettuali, l'opera di Ciampi non suscitò interesse. Dopo la morte, le sue canzoni hanno iniziato una nuova vita, alcune riproposte da Paolo Conte, da Gino Paoli e da Nada; la casa discografica ha ristampato in CD tutti i suoi dischi; è stato istituito il Premio Ciampi a Livorno. Questo libro ripercorre l'avventura artistica di Piero Ciampi, raccontando la quotidianità di un artista ribelle, anticonformista per vocazione, insofferente nei confronti di ogni compromesso.

ABRUZZO, 1992




LEONARDO PIERACCIONI

JOHN BARRY

ROBERTO BENIGNI

La bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere

FILM ROSSO di KRYSZTOF KIESLOWSKI

NUMBER WITH NO NAME by BEN HARPER



I'm serenaded by a chorus of a thousand burning cigarettes
You've been taking chances, mama
While I've been placing bets
So tell it to the ashes, they know we served
It may be good for the soul but it's hard on the nerves

The very thing that drives you, can drive you insane
Got a head full of thought crimes and a number with no name
Got an eleventh hour Jesus and a mouth full of blame
A casket lined with silver dollars and a number with no name

There's nowhere to run
I've got no one to tell
My face has become a mask and I'm not wearing it well
For five days straight
I've been breathing fire
Don't have room on my body
For another scar

The very thing that drives you, can drive you insane
Got a head full of thought crimes and a number with no name
Got an eleventh hour Jesus and a mouth full of blame
A casket lined with silver dollars and a number with no name

SENZA FRETTA E SENZA TREGUA

Mi sembra fosse Dostoevskij che scrivesse in Delitto e Castigo una frase che fin da ragazzo mi colpì: "Senza fretta e senza tregua". Era una prospettiva interessante, che mi rassicurava e mi stimolava. Ci si rende conto però che quelle poche parole hanno bisogno d'un sostegno imprescindibile: la disciplina. E che a sua volta questa sia sostenuta da doti come la lucidità, la consapevolezza, la fredda calma, la decisione, il coraggio, la sicurezza di sè. Vuol dire spesso rinunciare e capire di farlo solo per diventare più forti, senza null'altro che ti possa portare vantaggio. Non importa chi sei, cos'hai; a che ceto sociale appartiene o da quale razza provieni. Sì, credo che si debba imparare ad arrabbiarsi con calma: un paradosso che dice tutto.

PIERO CIAMPI


Un vecchio mi disse
di evitare di scrivere
le mie lente poesie
col bicchiere vuoto.

Io lo ascoltai
e ricreai forme e visioni
che non sembravano
che scomparivano ed illudevano.

E senza fine
scrissi funzioni
delle emozioni.

Conobbi allora
l'isolamento
ed il tormento
del mio commento.

E il sacrificio
fu conoscenza
con il suicidio.

BAVETTE AGLI SCAMPI, CON POMODORO FRESCO E LIME


INGREDIENTI PER 4 PERSONE
350 g di bavette
20 scampi medi freschissimi
4 pomodori tondi e sodi
4 cucchiai di olio extravergine di olive
1/2 bicchiere di vino bianco secco
2 spicchi d'aglio
1 lime non trattato
sale marino e pepe nero macinato al momento

SVOLGIMENTO
Incidi a croce con un coltellino affilato la base dei pomodori, scottali in acqua bollente per 30 secondi, elimina la pelle e i semi interni. Taglia la polpa a striscioline. In una padella calda scalda 3 cucchiai di olio d'oliva con gli spicchi d'aglio schiacciat, unisci le code di scampo sgusciate e poco dopo sfuma con il vino bianco. Aggiungete il pomodoro, sala e cuoci coperto per 5 minuti. Unisci poi la buccia grattugiata del lime e tieni a parte.

Lessa le bavette in acqu bollente salata, scolale al dente conservano poca acqua di cottura e saltate nel condimento. Irrora con un filo d'olio d'oliva crudo, spolverizza di pepe e servi completando, a piacere, con cerfoglio fresco.

sabato 29 agosto 2009

CHIMICA


Chimica
è una risposta giusta
alla tua lunga lettera
svuotata dalla busta.

Perchè non ti chiedi
quale importanza puo' avere
la vita di tuo cognato.

Per Natale vorrei un
tescopio panoramico
per vedere l'anomalia
d'una malattia.

Chimica
che amica sei
quando bevo Chardonnay
e fumo droghe leggere.

Mi fai capire ancora
ma ti ti fai sentire,
gira la stanza
per la tua presenza
e bevo ancora
per l'assenza.

Chimica
ermetica
patetica
ridicola

alla fine
fatta di
rucola.

Ahhh! TENTATIVO ABORTITO DI RACCONTARE UNA SECONDA NOVELLA


Un leoncino cercava la sua mamma leonessa. Ne trovò tre: una si chiamava Ulna ed era molto pelosa; un'altra si chiamava Pelosona ed aveva i capelli sugli occhi; un'altra si chiamava RurrArrvzkk e ed era molto buonissima. Ma una leonessa cercava il suo leoncino e non lo trovò il suo cucciolo. Ma.... dove sono i miei cuccioli? Il mio leoncino, dov'è... babbu? il mio leonardino? Ah, ma siete qui sotto il seggiolino della macchina della mamma! Ahhhhhhh!!!

BASTA CHE FUNZIONI di WOODY ALLEN

COMBINAZIONE


Combinazione
trovarsi a colazione
qui a Genova.

Io che ripenso
a lembi di canzone
tu leggi "La Nazione"
e pesi una razione
che celebra.

Profumo di caffè
per me
che lascio dietro me
piena di sè
la tazza del caffè.

E pure a pranzo
ti trovo con un gonzo
qui a Modena.

Io mi diverto
con musiche di manzo
tu che prosegui un pranzo
che merita.

Profumo di caffè
per me
che lascio dietro me
piena di se
la tazza del caffè.

E infine a cena
ancora in buona lena
qui a tavola.

Io che ti guardo
preda di un leopardo
ma hai occhi per Riccardo
che adorano.

Ah, che giornata
per me
che lascio solo a te
il gusto cioccolato
dell'ultimo caffè.

venerdì 28 agosto 2009

SCUSI! UN' INFORMAZIONE!

AUTUNNO di EMILY DICKINSON


Sono più miti le mattine
E più scure diventano le noci
E le bacche hanno un viso più rotondo,
La rosa non è più nella città.

L'acero indossa una sciarpa più gaia,
E la campagna una gonna scarlatta.
Ed anch'io, per non essere antiquata,
Mi metterò un gioiello.

LEONARDO SCIASCIA

Rachmaninoff Piano Concerto No. 2

MEDITAZIONI SULLA VITA FAMILIARE

Privilegiate la qualitò rispetto alla quantità. Questa regola si applica a tutte le circostanze della vita.

MOLTE VITE, UN SOLO AMORE di BRIAN WEISS

ASSISI, POPULONIA, ROMA 1991





MARCO MAZZOCCA

giovedì 27 agosto 2009

GIORDANO BRUNO

Chi aumenta sapienza, aumenta dolore.

DUE GIORNI A PARIGI by JULIE DELPY

SIMPLE TWIST OF FATE by BOB DYLAN





Sedevano insieme nel parco
mentre il cielo della sera diventava scuro,
lei guardò verso di lui e lui sentì un brivido percorrergli le ossa.
Fu allora che si sentì solo e desiderò di aver proseguito dritto
ed aspettò un semplice scherzo del destino.

Camminarono lungo il vecchio canale
un pò confusi, lo ricordo bene
e si fermarono in uno strano hotel con una luce al neon lampeggiante.
Lui sentì il calore della notte investirlo come un treno merci
muovendosi con un semplice scherzo del destino.

Un sassofono suonava da qualche parte in lontananza
mentre lei camminava sotto i portici.
Mentre la luce apparve improvvisamente attraverso un'ombra
dove lui si stava svegliando,
lei lasciò cadere una monetina nella tazza di un cieco al cancello
e dimenticò un semplice scherzo del destino

Lui si svegliò, la stanza era deserta
non la vide da nessuna parte.
Disse tra sè che non gliene importava, spalancò completamente la finestra,
sentì un vuoto dentro che proprio non poteva spiegare
causato da un semplice scherzo del destino

Sente il ticchettio degli orologi
e cammina con un pappagallo che parla,
la cerca sulle banchine di fronte al mare dove tutti i velieri fanno ritorno.
Forse lei lo ritroverà ancora per una volta, ma per quanto tempo dovrà aspettare
una volta di più un semplice scherzo del destino

La gente mi dice che è un peccato
un sapere ed un sentire esagerato.
Io ancora credo che lei fosse la mia gemella, ma ho perduto l'anello.
Lei nacque in primavera, ma io nacqui troppo tardi
diamo la colpa ad un semplice scherzo del destino

domenica 23 agosto 2009

PENELOPE


Penelope Cruz ha confermato che una sua intervista ad una rivista di psicologia inglese era completamente falsa. "Nemmeno una parola, mai rilasciato dichiarazioni a quel magazine".
Penelope Cruz descritta come timida e perfezionista, come uno stereotipo da prendere a misura per un articolo ed un'attraente copertina.

In Cina una ragazza con probabili problemi psicologici viene aggredita da tre persone, molestata; lei reagisce ed uccide uno dei malviventi. Viene condannata per omicidio. Insorge il popolo cinese di internet; i trecentoventi milioni di utenti della rete protestano. La voce viene ascoltata.

Nessuno protesta, è normale che si scrivano cose false; è normale che non si capisca la dinamica d'un crimine.

Io continuo a leggere i giornali, ma non capisco cosa mi spinga a farlo. Vorrei sapere, sentirmi dire qualcosa che s'avvicini lontanamente alla verità, ma non è più possibile. Basta riempire di parole la carta o i pixel incravattati di tre quarti. Non mi oriento più, leggerò un quotidiano diverso ogni giorno, se continuerò ad averne voglia.

Bisogna rimanere aggiornati solo per evitare di prenderlo in culo o per dare argomenti inascoltati alle persone che ti trovi di fronte.

Valuterò il mondo con i miei occhi e semmai m'affiderò solo all'intuito, senza mai verificare, creerò un mondo interiore che non importa sia reale o meno.

DANZO FUORI TEMPO


Il moralista fu odiato
a prima vista,
è il primo della lista
da uccidere, da fottere.

Lui non vuole svalutarsi,
porta lividi.
Porta piercing
quella donna da vestire
che s'illumina con la mussola.

Danzo fuori tempo
danzo lento.

Il moralista fu radiato
dal suo ordine.
E' la fine di un artista
della sua etica, si fa epica.

Lui non vuole più inchinarsi
sente fetidi.
Rende madidi
gli uomini quella nudità
che t'avvamperà, pelo e passera.

Danzo fuori tempo
danzo lento

E non c'è più movimento
quì c'è troppo caldo
si nasconde bene
dietro al paravento.

CERVELLO e FEGATELLO

Bisogna avere fegato e cervello. Credevo fosse un modo di dire di quei tipi d'avventura del cinematografo ed invece, minchia, mi ritrovo a leggere che il fegatello è molto più vicino al cervello di quanto lo sia al pisello. Eppure da un punto di vista spaziale non dovrebbe essere così!. Il fegato invece è responsabile di tenere le scorte d'energia per il cervello: ecco perchè ho sempre il fegato grosso e sono così poco intelligente! Ed ecco perchè non mi funziona tanto bene il pisello!

Seri: mi siedo a tavola ed il menù grida: spaghetti con olio d'oliva, fesa di tacchino al limone e, per chiudere, Tiramisù! Tradotto in sostanze nutritive: Carboidrati e grassi, proteine, di nuovo grassi (abbondanti). Vediamo come il nostro metabolismo utilzza questo pranzo: l'olio d'oliva ed il tiramisù vanno a finire diretti diretti nelle stupende cellule adipose; infatti i lipidi di questi alimenti si trasformano chimicamente in trigliceridi e infine, aumentando di volume, in panzetta. Le proteine del tacchino si scindono in aminoaicidi da utilizzare per il mantenimento della muscolatura e per la sintesi proteica. I carboidrati degli spaghetti danno il carburante da utilizzare per il movimento, per tenere costante la temperatura corporea e per tenere costante, tra le altre cose, il livello di glicogeno nel fegato. Il glicogeno è un carboidrato complesso e insolubile che serve da riserva di energia quando l'apparato digerente è vuoto. Esso si ricrea attraverso l'assorbimento del glucosio dagli alimenti e l'utilizzo di insulina, che è un ormone pancreatitico. Il glicogeno verrà utilizzato quando l'intestino è vuoto, come ad esempio puo' succedere al mattino (ma io alle tre faccio spuntino con pane e nutella). E' importante perchè tale riserva (circa 300 calorie) viene dedicata immediatamente per rifornire di energia il sistema nervoso centrale: perciò il fegatello va a braccetto col cervello. Se poi tu insisti a non mangiare il corpo inizierà ad utilizzare, attraverso un complesso processo chimico, il lardello. Ma quando mai succede? A pancia piena invece il livello di glicogeno può essere in eccesso. Ecco allora che entra in scena l'antagonista dell'insulina, un altro ormone pancreatitico, che si chiama GLAUCONE, immagino ben dotato, che scinde la molecola di glicogeno in glucosio, rilasciandolo.
Tutto questo per dire che sicuramente è prioritario il nutrimento del sistema nervoso centrale e di conseguenza il buon funzionamento di tutte quelle attività che a noi interessano particolarmente.
Riflettendo bene sulla mia dieta sono riuscito ad arrivare a delle conclusioni organiche:
il mio fegato si dovrebbe incazzare, perchè è continuamente assalito da fiumi di glucosio;
il mio pancreas dovrebbe dedicare molto del suo tempo a secernere GLAUCONE piuttosto che insulina: non credo che le mie riserve a breve termine di glicogeno possano soffire!
Le mie cosciotte dovrebbero sempre essere ben rifornite ma soprautto la mia riserva lipidica, triglicerica, adiposo-tartarugosa, panzettosa e manigliosa, mi garantisce di essere garantito, in caso di guerra chimica o di voci incontrollate su virus suini o aviari, di passare un mesetto tranquillamente in autogestione. Certo, è vero anche che mi verrebbe una gran fame!

LA SOLITUDINE NOTEVOLE


Su, dimmi cosa fare
Dai, dammi da pensare
Vai...
stai...
dai...
mi tocca anche pregare.

La solitudine notevole
che rumina è nuvola
è un dubbio di un discorso
che non so che cosa sia.

La moltitudine è mutevole
è debole e annerita da una
scatola che dice una sola verità
e a da farsi non ci sta.

Su, fammi un po' sapere,
Dai, solo anche intuire
Stai...
Dai...
mi basta anche sentire.

Ma le domande sono spesso
come tende che rivelano
nascondono e giocano a seconda
del colore.

E sono inutili e facili
e futili e semplici:
non c'è bisogno di un signore
basta il vuoto delle ore.

Su, puoi lasciare stare,
Dai, te ne puoi anche andare
Vai...
Vai...
Sai di non tornare.

Vieni!


Tu mi guardi un po' di più
e sempre ancora un po' di più
forse è il mio abito
avito che abito.

Adesso fissi anche più giù
con quel sorriso che sta su
sarà il mio fascino
d'asino, di asino.

Vieni!, vieni!, vieni!.

E la tua bocca mi dà il tu
sguardo lascivo, too tatoo!

Vieni!, vieni!, vieni!.
Vieni!, vieni!, vieni!.

Che mascherata la mia fantasia
porta e finestre son di casa mia
e un senso invalido
da un gusto sordido

Cosa rimane di questa follia
certo l'amaro in bocca che va via
rimane l'abito
avito che abito.

Ma un sogno bello sale su
e io rimango anche di più
a questo tavolo
lecito e tacito.

Son qui fermo da due ore
da quel mio tabù,
dai tuoi occhi blu.

Vieni! Vieni! Vieni

UN BEL MORIR di ALVARO MUTIS


Sul piccolo paese fantasma in cui Maqroll è approdato aleggia un'atmosfera minacciosa, incarnata in personaggi che sembrano voler nascondere accuratamente la propria storia. Il Gabbiere si lascia vivere come ipnotizzato dall'inerzia e dalla malia del grande fiume, fino a quando accetta da un ambiguo fiammingo un lavoro che subito si rivela una trappola. Interviene l'esercito, e il Gabbiere rischia il plotone di esecuzione. Non mancano tuttavia le figure benefiche, come quella di Amparo Maria, amante prima interessata e poi devota che, con Ilona e Flor Estévez, va a formare una sorta di trio protettore.

HARRY POTTER E IL PRINCIPE MEZZOSANGUE

ALDO FABRIZI

FEDOR MICHAIL DOSTOEVSKIJ


Dicono che chi è sazio non può capire chi è affamato; io aggiungo che un affamato non capisce un altro affamato.

ERNEST HEMINGWAY


Quella eccitantissima perversione di vita: la necessità di compiere qualcosa in un tempo minore di quanto in realtà ne occorrerebbe.

SETTE ANIME di GABRIELE MUCCINO

GARDALAND, 1990




ALDO, GIOVANNI E GIACOMO

ALESSANDRO BARICCO


Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita ti risponde.

MARGARET MAZZANTINI


Chi ti ama c'è sempre, c'è prima di te, prima di conoscerti.

Ma perchè il cinema?

Certe volte mi sento felice. E a lungo negli anni ho riflettuto perchè ciò avvenga così, saltuariamente, senza capire come succeda, come possa allo stesso modo andarsene: simile all'ispirazione. Spero d'arrivare alla vecchiaia per capire. Intuisco, penso abbia a che fare solo con me. Non l'amore, non il dolore, non il denaro, non il cielo. Ma è un intuizione che tengo. Sono sicuro che sarà una risposta semplice.... cose cercate che stanno sempre al loro posto, infine. C'entra il cibo ed il sonno, questo sì, penso sia indubbio. Ma perchè il cinema?

sabato 22 agosto 2009

FILM BLU di Krzysztof Kieslowski

SOTTO IL LETTO


Un fratellino ed una sorellina furono messi sotto il letto dei genitori dalla loro fantasia oscura. Più grandi ed ovali, più neri, di ribes e susina, gli occhi di Ornella; lunghe le linee dei suoi capelli . Questo pensava Arrigo guardandola godendosi il contatto fresco con le doghe di parquet da venti centimetri. Ci si sente più bassi quà sotto, ancora più piccoli e soprattutto non ci si sente al sicuro. Ma si sentono rumori non rivelati, quelli della casa, delle tende smosse, della tv al piano di sotto, del ronzio elettrico, delle automobili a tre chilometri di distanza, dell'onda motorosa al loro passaggio. Si sente la luna muoversi e si avverte chiaramente quando viene coperta; la sedia del babbo cigola quando si rimette dritto davanti allo schermo. Le dita di mamma non cuciono più, nè vibrano sugli strumenti, ma scorrono... come le lettere che digitano sulla tastiera.
Tutto si sente. Non il respiro di Ornella ed Arrigo. C'è silenzio oramai, anche quando la mamma li trova stretti a dormire sotto il cielo metallico della rete del letto. Anche il cuore di Adele è rispettoso per i loro sogni alti, che arrivano fino alle trame romboidali sul fondo del materasso.

INTERVISTA A PAOLO GIORDANO

MEDITAZIONI SULLA VECCHIAIA


Dal momento in cui si nasce, invecchiare e poi morire diventa inevitabile. E' così. Non serve a niente dirsi che non è giusto, che dovrebbe essere diverso.

LA DOLCE VITA di FEDERICO FELLINI

PAOLO CONTE

SOLI MORENTI di PAUL VERLAINE


Un'alba illanguidita
versa per i campi
la malinconia
dei soli morenti.
La malinconia
culla con dolci canti
il cuore che s'oblia
nei soli morenti.
E strane fantasie
come soli morenti
rossi ardenti sui greti
fantasmi incandescenti,
sfilano senza tregua,
rossi ardenti sui greti
grandi soli morenti.

ENEL

STEFANO BOLLANI

LA VITA.... E' RICORDARSI DI UN RISVEGLIO di SANDRO PENNA


La vita ... è ricordarsi di un risveglio
triste in un treno all'alba: aver veduto
fuori la luce incerta: aver sentito
nel corpo rotto la malinconia
vergine e aspra dell'aria pungente.
Ma ricordarsi la liberazione
improvvisa è più dolce: a me vicino
un marinaio giovane: l'azzurro
e il bianco della sua divisa, e fuori
un mare tutto fresco di colore

DAYDREAM by GIOVANNI SOLLIMA

NON RICORDI AMORE MIO?


Ehi, amore
non credere di perdere tempo
che non ce n'è.
Mi ricordo lo splendore remoto,
tu no?
Eravamo sulle barricate
ed era il sessantasette
ma non ricordo il secolo.
Mentre fumo chiudo gli occhi,
tu li spalanchi di freschezza.
Penso a capo basso scuro
mentre fai scivolare
la tua e la mia coscienza.
Che carne condisce il vapore
del burghul
dietro lo ziggurat di Ebla?
Mi scuoto dietro al vetro
e la torba di Lagavulin,
tu non mi conosci ancora
se non dalla foschia di
fumo ed alcol

THE FIRST FAIRYTALE OF VICTORIA

TESTUALE:

"C'era una volta una capretta che cercava la sua casetta. Trovò prima un recinto vuoto, poi un altro pieno di caprette, ma erano diverse: erano tutte nere! La capretta invece era bianca e nera. Una sua amica la riportò al suo recinto. Mamma! mamma!, ma poi si perse di nuovo. Trovò un nido e disse: questa è casa mia! Ma l'uccellino disse che era troppo piccola. Trovò un cespuglio ma c'era un ranocchio. Trovò un'ape e OVVIAMENTE la pinzò."

LIGHTS

LASCIO LA MIA STANZA


Cosa ruota
attorno
ad un asse
da stiro,
se non
cumuli di
libri letti.
Forse musica
e pupazzi.
Ai muri,
il corriere
dei piccoli,
l'autoritratto
del Bardelli,
fotografie,
biglietti,
Anime Salve,
lettere,
mucche, papere, galline e pecore.
Ed un lettino senza un materasso.

Bob accompagna l'aria
aspettando mongolfiere
di porcellana
di lino
di carta.

MEDITAZIONI SULL'ETA' ADULTA


Il piacere profondo suscitato dall'arte dimostra il ruolo essenziale dell'appagamento interiore, in contrapposizione ai piaceri più rozzi dei sensi o al possesso di oggetti materiali. Ciò non di meno, anche il piacere artistico cessa per lasciare il posto al desiderio di rinnovarlo.

AVATAR di JAMES CAMERON

GIOVANNINO GUARESCHI

LE PIAGHE

IL RESTO


Ho trovato un pianoforte
per strada,
come una moneta.
Si trattava di amore
e l'ho guardato.
Sui muri c'erano parole
che avevano un momento.
Chissà se tu capiresti
vedendomi qui seduto.
Butto via le scarpe,
non i piedi nudi e corti.
Ho i gomiti sulle ginocchia
e le mani sulle mandibole.
Il bello dei pensieri è
che non rimangono,
come d'altronde
il resto.

IL PESO DI UN MOVIMENTO


Sto qui,
accanto a della stoffa
che non mi serve più.

Preferisco stare nudo
e fare ridere gli altri
della mia banalità instabile.

Ehi, tu!
sposta le nuvole
che mi danno noia.
Fammi vedere la notte
calma come la temperatura.
E lasciami assaporare
i miei occhi aperti
sul peso di un movimento.

L'INCOSTANTE di PABLO NERUDA


Gli occhi mi corsero
dietro una bruna che passava.

Era di madreperla nera,
era d'uva scura,
e mi sferzò il sangue
con la sua coda di fuoco.

Dietro tutte
vado.

Passò una chiara bionda
come una pianta d'oro
dondolando i suoi doni.
E la mia bocca andò
come in un'onda
scaricando sul suo seno
lampi di sangue.

Dietro tutte vado.

Ma a te, senza muovermi,
senza vederti, te distante,
vanno il mio sangue e i miei baci,
bruna e chiara mia,
alta e piccola mia,
ampia e sottile mia,
mia brutta, mia bellezza,
fatta di tutto l'oro
e di tutto l'argento,
fatta di tutto il frumento
e di tutta la terra,
fatta di tutta l'acqua
delle onde marine,
fatta per le mie braccia,
fatta per i miei baci,
fatta per l'anima mia

SIAMO IN TRE

"Tu sei il babbo granchio. E tu sei la mamma granchio. Ed io sono la bambina granchio".

"Tu sei il babbo gattone. E tu sei la mamma gattona. Ed io sono la bambina gattina"

Così via
possono due mani così minute
tenere nel loro palmo
la nuca di babbo e mamma?

"Siamo in tre"

TOTO'