giovedì 1 settembre 2011

UNA PAUSA



Due, tre giorni passati stranamente. Il lavoro meno mi interessa e meno mi pesa, sto ricominciando a prendere le distanze. Finalmente torno a guardarmi. Non ci riesco con continuità e spesso mi lascio distrarre. Ma capita che intraveda degli spiragli, un po' di luce. E' uno sforzo enorme quello che esercita la visione della mia vita, ma in fondo e' l'unica via per la sanità. Scrivo al buio, sul letto mentre Vittoria dorme e pare non respirare. La luce sul comodino e' coperta da un centrino, e' fioca e lontana. Mi sembra tutto cauto e questi minuti mi sembrano una bella pausa.

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