sabato 24 settembre 2011

ZYGMUNT BAUMAN


Zygmunt Bauman, 85 anni, sociologo anglo-polacco , a lungo famoso professore delle Università di Leeds e Varsavia , racconta la storia del sondaggio di Josh Rose, direttore creativo digitale dell’agenzia pubblicitaria Deutsch “Usare Twitter , Facebook o Foursquare vi fa sentire più vicini alle persone o più lontani?”. Alla fine giunsero alla conclusione sul “Sono confuso”. Infatti Josh Rose alla fine disse “Viviamo tutti in questo paradosso. I social media contemporaneamente ci avvicinano e ci allontanano”.

Parliamo di social network e di relazioni umane al tempo della rete

“Su Internet si acquistano network , non comunità. E prima o poi ci si rende conto che queste due cose si assomigliano quanto il gesso e il formaggio”



Perché?

“Appartenere a una comunità è una condizione molto più sicura e affidabile, ma anche più gravida di costrizioni. Una comunità ti guarda da vicino , ti lascia poco spazio di manovra ( può bandirti e esiliarti, ma non ti permetterà di uscire dalla tua volontà) , mentre un network può interessarsi poco o niente della tua obbedienza alle regole collettive , se ci sono, e soprattutto non ti penalizza se decidi di andartene. In compenso , in una comunità sei sicuro di trovare aiuto se hai bisogno , mentre i network servono principalmente per condividere il divertimento e la loro prontezza nel correre a salvarti se sei nei guai, al di fuori da quell’unico interesse in comune, è tutta da dimostrare. In conclusione , la scelta è tra sicurezza e libertà : abbiamo bisogno di entrambe le cose , ma non possiamo averne una senza sacrificare almeno una parte dell’altra. Sulla sicurezza , le comunità vecchio stile battono i network sei a zero. Sulla libertà , vincono i network: lì basta schiacciare il tasto delete per eliminare un’interferenza”

In rete, tra l’altro , si parla moltissimo di sesso e con estrema libertà , ma le relazioni sessuali nella realtà non sembrano diventate più facili. E nemmeno più soddisfacenti

“Il sesso è soltanto uno degli strumenti dei legami umani : uno , ma immensamente efficace. Già nel 1973 Thomas Szasz ( nel suo libro Il secondo peccato) osservava che tradizionalmente , il sesso è un’attività molto privata e segreta. In questo forse risiede la sua potenza di unire le persone. Se rendiamo il sesso meno segreto , possiamo privarlo del suo potere di tenere insieme uomini e donne. I legami sessuali sono stati fino a poco tempo fa l’esempio primario dei segreti più intimi delle persone, da condividere con la massima discrezione e solo con i più attentamente selezionati altri. In altre parole , le relazioni sessuali sono sempre state le più strette , le più difficili da tagliare e smembrare e quindi le più affidabili. Mi sembra che l’attuale crisi della privacy sia inestricabilmente connessa con la debolezza e il decadimento dei legami”

Con la tecnologia , che cosa abbiamo perso e guadagnato in termini di umanità?

“Abbiamo scambiato sparsi incidenti di vicinanza reale con una massiccia varietà di vicinanza online. Ma la vicinanza che abbiamo ceduto forse era più soddisfacente , anche se richiedeva un alto dispendio di tempo e di energia. Abbiamo acquistato una vicinanza senza dubbio veloce , poco esigente in termini di sforzi e di rischi, ma probabilmente meno capace di spegnere la sete di chi desidera una compagnia matura”

Come facciamo a convincere i giovani figli di Facebook che vale la pena di amare?

“Lo scopo finale della tecnologia , suggerisce Jonathan Franzen nel discorso pronunciato il 21 maggio al Kenyon College , “è rimpiazzare un mondo naturale indifferente ai nostri desideri – un mondo di uragani e di avversità e di cuori che si spezzano , un mondo che ci fa resistenza – con un altro mondo soggetto ai nostri desideri tanto di essere , in sostanza, una pura estensione dell’io”. Insomma il nocciolo della tecnologia è una stupida questione di convenienza , una ricerca di comodità senza sforzo : rendere il mondo obbediente e flessibile , recidere tutto ciò che si frappone , ostinatamente e pugnacemente , tra la nostra volontà e la realtà. Vivere nel mondo dei nostri desideri , uno die quali – quello che forse avvertiamo tutti con particolare forza e passione – è quello di amare e di esser amati. I mercati rispondono sempre ai desideri dei consumatori : perciò, continua Franzen , “La nostra tecnologia è diventata estremamente abile nel creare prodotti che corrispondono alla nostra fantasia ideale di una relazione erotica”

L’Ipad è un oggetto erotico?

“Continuo con Franzen : “L’oggetto tecnologico amato non chiede nulla e dà tutto , istantaneamente , e ci fa sentire tutti potenti , e non fa terribili scenate quando viene rimpiazzato da un oggetto ancora più sexy e viene confinato in un cassetto”. Oppure, mi lasci aggiungere , nel bidone della spazzatura o nella discarica senza fondo dell’oblio. Oggi molti prodotti elettronici possono essere accesi con un semplice comando vocale e permettono di ingrandire le immagini semplicemente passandoci sopra due dita , cioè incarnano tutto quello che abbiamo sempre sognato che gli oggetti del nostro amore ci offrissero. Con l’incomparabile valore aggiunto di non negarci mai il loro benvenuto e di non prenderci mai a calci , anche se noi abbiamo preso a calci loro”



Meglio o peggio di un fidanzamento vecchio stile?

“L’amore per un essere umano significa impegno , accettazione dei rischi , essere pronto al sacrificio del proprio io. Significa scegliere un sentiero incerto, non cartografato né tracciato , nella speranza – e di determinazione – di condividere la vita con un altra persona. L’amore può andare o non andare in coppia con la felicità , ma quasi mai va in coppia con la comodità e la convenienza. Anzi il contrario : ci chiede di estendere le nostre abilità e la nostra volontà fino all’estremo limite e per questo contiene la possibilità della disfatta , di smascherare la nostra inadeguatezza, di diffondere la nostra autostima. Il prodotto elettronico igienizzato , liscio, privo di spine e di rischi in realtà è tutto tranne che l’amore : quel che offre è un’assicurazione contro lo sporco che, come osserva giustamente Franzen, l’amore inevitabilmente rovescia sulle fobie del nostro amor proprio”

La tecnologia invece lo protegge

”I prodotti della tecnologia di consumo catturano clienti con l’esca di soddisfare il loro narcisismo. Come Franzen sottolinea , “Recitiamo nei nostri film , fotografiamo incessantemente noi stessi, clicchiamo il mouse e una macchina conferma il nostro senso di potere … Aggiungere qualcuno alla lista degli amici significa semplicemente includere qualcuno nella nostra privata sala degli specchi adulatori. L’amore invece è un antidoto contro il narcisismo. E’ il primo arbitro che fischia quando vengono a galla le finzioni sulle quali permettiamo alla nostra autostima di arrampicarsi , mentre laboriosamente evitiamo di metterla alla prova sul campo. Quel che la versione contraffatta , elettronicamente sterilizzata e candeggiata dall’amore ci offre davvero è solo un’assicurazione per proteggere la nostra autostima dagli imprevisti. Ma l’amore è il regno degli imprevisti . Quello vero”

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