sabato 6 novembre 2010

QUEL BUE DI TOMMASO


Tommaso d'Aquino nacque a Roccasecca nel 1225.
Io sono nato a Poggibonsi e me ne dovrei stare zitto.
Ok. Va bene.
Ma Lui è nato a Roccasecca ed è anche voluto passare alla storia.
Poteva nascere a Sant'Arcangelo di Romagna, a S.Maria a Monte, a Palazzuolo sul Senio, perfino a Foggia. Ma a Roccasecca! Come si fa a nascere a Roccasecca? e poi gli abitanti di Roccasecca come si chiamano?
Come cazzo si chiamano gli abitanti di Roccasecca?
E sapete dov'era geograficamente situata al tempo Roccasecca? nel feudo dei Conti d'Aquino, dove sorgeva il castello che Lo crebbe e Lo educò. Ma sapete ancora dov'è geograficamente situato il Feudo dei Conti D'Aquino? A Frosinone! Via... avrei dovuto arrendermi e non andare avanti. A Frosinone ci sta Fabio, un mio amico che parla un linguaggio non ancora decodificato; qualcosa di misto fra l'aramaico e l'ideogramma. Ci sta scrivendo su un libro Dan Brown: "Fabio ed Alessandro, mistero e simbologia del linguaggio moderno".

Ma torniamo a Tommaso. Figlio di Landolfo e Teodora (due nomi da cani, ah! questi filosofi!), fu teologo e filosofo e poi, da morto, Santo. Un'altro. Naturalmente fu allievo di Sant'Alberto Magno. Un'altro. Tutti questi santi prima nascevano come cucciolate. Ora nemmeno uno. Non c'è verso. Io mi ci sono anche messo di buzzo bono: sono andato all'ospedale a controllare tutte le ecografie delle future mamme. Nulla. Maschi,femmine, qualcuno un pochino incerto, ma santi nemmeno uno. Oggi santi non ne nasce più.
Tommaso, dicevo, fu allievo di Alberto. A scuola Tommaso era lo zimbello di turno. I libri non lo dicono chiaramente, ma è certo, tant'è che gli misero anche un nomignolo ch'era tutto un programma: Bue muto. Lo chiamarono così perchè era un orso, o meglio dovrei dire che era un bue, ma io non ho mai sentito chiamare uno scontroso, bue. Comunque era uno che tirava a farsi i cazzi suoi e a parlare quando serviva.
Sembra che in giovinezza, visto che i genitori canini non erano entusiasti d'avere un figlio frate, gli avessero fatto trovare una bella topolona ciucciolona in camera, completamente ignuda. Lui reagì cacciandola e minacciandola con un tizzone ardente. Chissà cos'era quel tizzone ardente.
Ricapitolando: ricco, scontroso, ciociaro, santo e anche un pochino finocchio, SEMBRA. Girò l'Europa perchè onestamente nel suo campo la sapeva. Morì a nemmeno cinquant'anni, un po' come GIMMIENDRISSE: il chitarristà perchè soffocato dal proprio vomito; il santo perchè ingolfato dal proprio seme (sui 37-38 litri).
Ragazzi, non trombare gonfia!
Ma passiamo al suo pensiero: aristotelico e ammiratore della filosofia araba, rispose al quesito sulla natura dell'anima in modo furbesco e un po' paraculo. Da' una parte dette un colpo alla botte aristotelica (e cioè alla convinzione che l'anima poteva essere una verità filosofica) ed un altro al cerchio cristiano (da cui l'anima si rivelava nel suo punto di vista teologico). In fondo la spiegazione che Tommaso si dette circa il mistero della verità non era che quanto già aveva pensato Aristotele ma rivestito un po' in chiave cristiana, l'aveva un po' aggiornato ai suoi tempi. Dunque Tommaso fece il giochino di "cosa c'era prima?" e indietro, indietro, indietro era arrivato alla conclusione che Dio era il motore immobile, ciò da cui tutto è nato e da cui nulla è finito. A me sta storia del motore immobile mi garba perchè mi viene sempre in mente il mio Gilerino che avevo a Marcialla, bellino, rosso, truccato e sfasciato! Eh sì, perchè mi c'ero fiondato ripetutamente contro cose che immobili non erano tanto! E oltre a rompermi un ginocchino e altre cosette, m'ero rotto anche il 125: cazzo, il mio motore immobile, lì piantato in garage. E sai! un m'è più riuscito di farlo ripartire, maremma maiala (scusate, ma mi ci ripiglia sempre i' nervoso).
Un ultima cosa: Tommaso pensava che la felicità non si trovasse nel sesso, nel potere, nel denaro. No lui pensava che la felicità la si potesse trovare solo guardando dio in faccia e solo nella vita prossima. Che bischero! bastava che nascesse oggi metalmeccanico o operaio edile in un cantiere: di certo non avrebbe avuto ne soldi ne potere ma ottime probabilità (vista la sicurezza sul lavoro)di ritrovarsi presto presto a chiacchiera con quel chiavaio di Pietro. E avrebbe pure risparmiato la fatica di leggersi tutti quei libri.
Per finire in bellezza morì pure a Terracina (!). Sulla lapide ci sta su scritto: non assaggiò mai manco l'abbacchio.

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