sabato 13 novembre 2010
TIZIANO
La guerra è una cosa triste, ma la cosa più triste èche si fa l'abitudine. Il primo morto, quando l'ho visto, stamani, rovesciato sull'argine di un campo con le braccia aperte, le mani magrissime piene di fango e la faccia gialla, di cera, con gli occhi vuoti a guardare il cielo, mi ha paralizzato. Gli altri, dopo, li ho semplicemente contati, come cose di cui bisogna, per mestiere, registrare la quantità.
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