sabato 27 giugno 2009

ERACLITORIDEO

Eraclito. Onomatopeico. Quanto se la tirava questo qui. Se aveva bisogno di un consiglio diceva di dover riflettere fra sè e sè. Dei presenti sottolineava spesso l'assenza; affermava inoltre che come l'oracolo egli accennava. Da qui il soprannome affibiatogli: Eraclito l'oscuro. E' comunque vero che egli lasciò vera sostanza nella storia del pensiero occidentale. Definì il concetto di "divenire" dove ogni cosa del mondo subiva continuamente un cambiamento. Anche le cose che crediamo siano le più immutabili, con il tempo cambiano e si trasformano. Famosa è la frase: non è possibile bagnarsi due volte nello stesso fiume. Saremmo cambiati noi ed il fiume. Panta rei: tutto scorre. All'interno di questa realtà in continuo divenire si gioca inoltre la continua lotta fra i due aspetti opposti della stessa unità. Il bene ed il male, il dolore ed il piacere. Cosa sarebbe, dice Eraclito, il cibo se non vi fosse la fame; cosa la pace senza la guerra, cosa la luce senza il buio. E' così, senza dubbio: cosa sarebbe la liberazione senza la costipazione; cosa la minzione senza la ritenzione; cosa il meteorismo senza la presenza di gas intestinali. Non ho invece mai capito perchè vomitiamo. Comunque anche io ho voluto dare il mio contributo e, alla teoria degli opposti, ho fatto una piccola postilla: L'INCASTRO. E' incontrovertibile che il movimento dell'incastro provoca piacere. Pensate al dito nel naso, alla pallina da golf e alla buca, al sole fra le montagne, al treno nella galleria. Certo, ho tralasciato la cosa più esplicita e scontata ma va da sè.... D'altra parte anche per arrivare a questa conclusione, come dice l'amico Giobbe, Adamo ed Eva, dovettero più e più volte farsi male: ginocchiate nello stomaco, gomitate sugli stinchi, diti negli occhi... poi alla fine trovarono l'incastro giusto. Va bè, tornando ad Eraclito, potremmo alla fine descriverlo come un grande filosofo, con l'arterio, ma comunque un big. Senonchè, senonchè... anche lui ha il suo piccolo grande neo: la sua morte. Come morì Eraclito: cercando di curare una forma di idropisia che lo tormentava. Egli si ricoprì di sterco e si espose al sole, fu visto da un branco di cani affamati che, credendolo uno scarabeo stercorario, non ebbero scrupoli a sbranarlo. Ecco come ci si sputtana una carriera. Solo Jimi Hendrix morì in modo altrettanto scemo (affogato nel proprio vomito). Sembra inoltre che uno dei cani colpevoli dello scempio, tre giorni dopo il fattaccio abbia avuto attacchi di dissenteria così violenti da decidersi al suicidio tramite assunzione massiccia di bocconcini Fido Cane.

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