venerdì 19 giugno 2009

PS

Nottata e mattina passata al pronto soccorso. Gli infermieri si trascinano, chi con tatuaggi di ragnatele ai gomiti, chi offrendo pizze cotte nel forno a legno a novantenni affamati.
Ai vecchietti non piace la pizza, preferiscono rostinciane e salsicciotti. Arrivano tante capocciate di bambini distratti, accompagnati dalla preoccupazione dei loro genitori. Nessuno è abituato al dolore, tutti spingono e fanno calca. Ad una ragazza sono gonfiate le labbra e s'è impaurita; certa gente spende migliaia di euro per lo stesso risultato. Una signora sta buona su una sedia in un dormiveglia che sembra anestetico. L'ho trovata lì alle otto e ora che è mezzanotte gli chiedo da quanto tempo sta aspettando: mi dice da mezzogiorno. Spero gli paghino gli straordinari. A me non succede. C'è una bellissima coppia di colore con un bimbo che avrà massimo 8-9 mesi; suo babbo lo lancia in aria e lo riprende al volo, il piccolo lancia gorgoglii di gioia che mi ricordano la bellezza della vitalità. C'è una ragazza dell'est bianca fuori e dentro, con occhi duri e nascosti; si siede e punta la fronte al muro. Pare che al vecchietto abbiano promesso una minestrina, ma fredda. Nessuno piange, nemmeno i bambini.

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