domenica 5 luglio 2009

BOB GELDOF

Oggi ho letto l'intervista fatta dal quotidiano La Stampa a Berlusconi e a Bob Geldolf, ex-rockstar irlandese, oggi sempre più attivo nella lotta per portare condizioni migliori nel continente africano. Conoscevo il quotidiano di Torino come un giornale di tendenze liberali ma dopo aver letto il resoconto dell'incontro m'è venuto un dubbio. O forse il disagio del nostro primo ministro è stato così grande da non poter far altro che registrare una resa incondizionata. In parole povere Geldof ha accusato Berlusconi di non aver mantenuto le promesse fatte durante l'ultimo G8, dove venne firmato un accordo che riconosceva agli aiuti per i paesi in via di sviluppo una certa percentuale del Pil. In definitiva L'Italia avrebbe pagato solo il 3% di quanto accordato, a differenza degli altri paesi europei che hanno rispettato i valori. La cosa che mi ha sconvolto è che il Berlusca non ha replicato, non ha cercato scusanti (se non vaghe), è stato passivo: insomma le ha buscate e zitto a letto. Ha promesso che salderà il conto a rate impegnandosi fino al 2015. Sembra sia coinvolta la Findomestic; Geldof guardava inorridito il volume dei bollettini postali prestampati che il Berlusca aveva già iniziato a compilare. In occasione delle vicende di Villa Certosa io non ho fatto il moralista, ho condannato la politica gossippara della sinistra, forse una parte di me ha pure sussurrato: "vai Berlusca, trombale tutte", ma questo è un discorso diverso. Il mancato impegno di questo accordo ha provocato vittime, morti che non fruiscono dei canali via cavo. Morti che non esistono. Forse sarà perchè ho visto gli occhi dei bambini africani sporgersi verso di me, forse perchè ne ho sentito l'abbraccio affettuoso e vero.

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